Pioli, il percorso è quello giusto. Una sconfitta che restituisce forza

A Liverpool poteva essere un bagno di sangue: è diventata l’ennesima prova di una crescita che prosegue. I due gol, il modo in cui sono arrivati, sono lì a dimostrarlo. E la Juve non fa più paura

I due gol l’hanno fatto scatenare. Pugno chiuso, urlo liberato dalla profondità del torace, corsa sfrenata lungo il bordo del campo. Raramente abbiamo visto una versione simile di Stefano Pioli e la rarità ci sta tutta considerando il contesto: ritorno del Milan in Champions sette anni e mezzo dopo l’ultima partita, la cornice meravigliosa di Anfield, il debutto suo e di tanti suoi ragazzi in Champions League. Ma non solo: Pioli ha visto il suo Milan pareggiare e poi passare in vantaggio giocando – bene, strabene – a calcio. Con due azioni vere, senz’altro più vere rispetto al primo vantaggio inglese. Gol frutto di una manovra collettiva che ha coinvolto diversi giocatori capaci, anche in condizioni ambientali e mentali complicatissime, di mettere in pratica le consegne dell’allenatore.

Via maestra

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Pioli ovviamente ripartirà da qui, tornando a Milanello. Un tesoro che può essere considerato più prezioso di una vittoria ad Anfield perché i successi possono capitare in modo casuale, ma quando il gol arriva dopo averlo cercato con linee guida precise, significa semplicemente crescita. E infatti l’allenatore lo sa bene: “Una partita che per qualità e intensità ci farà crescere tanto”. Il Milan ha bisogno di questo perché essere arrivati a giocare in Champions non equivale a poterla governare. Serviranno anni di presenza assidua e supporto societario. Però è importante restare sulla via maestra. La sfida di stasera era chiaramente impari in partenza. Un dato su tutti: i titolari rossoneri mettevano insieme 24 presenze di fronte alle 377 degli inglesi. Con sei rossoneri debuttanti assoluti nella competizione. Come lui, d’altronde, che aveva respirato la Coppa dei Campioni da giocatore con la Juve, ma da tecnico l’aveva soltanto sfiorata perdendo il playoff alla guida della Lazio sei anni fa. Panchine di Pioli in Champions: zero. Panchine di Klopp in Champions: 79.

Percorso virtuoso

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Eppure. Eppure a un certo punto il Milan ha accarezzato l’impresa. Perché di quello si sarebbe trattato. I tre gol del Liverpool lasciano a zero la casella dei punti, ma non cancellano le cose buone. “Vado via con la consapevolezza che la squadra può crescere ancora”, ha detto Pioli nella pancia di Anfield con sguardo fiero. Poteva essere un bagno di sangue, a giudicare dalla prima mezzora. E invece siamo qui a parlare di impresa sfiorata. Ecco perché questa sconfitta non interrompe il percorso virtuoso del Diavolo nella prima parte di stagione. Per esempio il Milan ha segnato due gol – veri, belli – a una squadra che è prima in Inghilterra e in quattro partite di campionato ne aveva incassato solo uno. Per esempio glieli ha segnati arrivandoci con azioni pulite e movimenti mandati a memoria. E allora, stanchezza fisica a parte, si può iniziare a pensare alla trasferta di Torino con la Juve con la consapevolezza della propria autorevolezza, che in Italia assume dimensioni molto diverse rispetto al contesto europeo. Il Milan è una candidata allo scudetto e ha l’occasione di far sprofondare la Juve a -11. Anche grazie a… sconfitte come questa.

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