Pioli e Badelj, un abbraccio che non finisce mai: ora si sfidano ricordando Astori

Milan-Genoa vedrà di fronte l’ex tecnico della Fiorentina e il centrocampista diventato capitano dopo la scomparsa di Davide. Tra i due il rapporto è sempre stato speciale

Un anno in un abbraccio, un gesto, una carezza sul volto quando i piedi sono in campo e la testa no, quella è da un’altra parte. Pioli e Badelj non sono mai stati di tante parole – l’indole è la stessa, taciturni e riflessivi -, ma quell’abbraccio continua a dire tutto. Anche dopo tre anni. Stadio Artemio Franchi, 11 marzo, Fiorentina-Benevento. La Viola ha appena perso Davide Astori, il suo capitano, e la prima partita senza di lui è la più difficile.

Il ricordo

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Nel riscaldamento, con la fascia al braccio, Badelj guida i suoi con la testa altrove, così Pioli lo abbraccia davanti a tutti. “Ora il capitano sei tu, guidali per Davide”. Le parole giuste. Vitor Hugo decide il match, Milan gioca alla grande e la Viola vince 1-0. “Davide è dentro di noi”, dirà Milan. E lo è tuttora. Dopo tre anni Pioli e Badelj i due si ritroveranno da avversari in Milan-Genoa: il “normal one” guida i rossoneri e punta la Champions, mentre il croato è il leader di Ballardini. Il distanziamento sociale impone un abbraccio in meno e un “tocco di gomito” in più, ma prima del match i due si saluteranno ricordando Davide.

Calma

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Il vecchio capitano e l’ex mister della Viola 2017-18. Un anno insieme prima dell’addio, anche se il croato avrebbe potuto lasciare Firenze già in estate. Cercato da diversi club, invogliato dalle big (tra cui il Milan), scelse di restare al Franchi proprio grazie a Pioli: “Mi ha trasmesso stima. Ho incontrato un uomo vero”. Uno che quando l’ha visto non ha iniziato a bombardarlo con le solite domande. Pressioni: “Che fai? Hai deciso? Rinnovi?”. Solo calma e fiducia: “Mi ha lasciato libero di decidere”. Regista in campo e fuori: “Mi sono affidato molto a Badelj – ha detto Pioli, – Era il mio punto di riferimento”. In ogni circostanza.

Per Davide

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Due gol in 24 partite prima dell’addio da svincolato, destinazione Lazio. Il bello è che in estate avrebbe potuto scegliere di nuovo il Milan (come la Roma), ma il croato fu “sedotto” da Simone Inzaghi. Un anno all’Olimpico prima del gran ritorno a Ponte Vecchio. Ora è il regista del Genoa: 22 partite, un gol e una dedica speciale, perché dopo il guizzo al 94esimo contro il Verona lo sguardo è andato in alto: “Davide è con me ogni giorno”. Salvezza quasi raggiunta, +10 sulla zona retrocessione, acque tranquille. Manca ancora qualche punto, e al croato il Milan porta bene: una sola sconfitta in 9 partite (4 vittorie e altrettanti pareggi). Davanti a lui ci sarà Pioli, a caccia del ritorno in Champions dopo 7 anni. Reunion che sa di vecchi tempi, purtroppo anche sofferti, racchiusi in un abbraccio.

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