Pioli: “Dinamo gara chiave, ma il Milan è abituato a giocarle”

L’allenatore rossonero alla vigilia della partita di Champions a Zagabria pensa a Gabbia centrale con Kalulu terzino

dal nostro inviato Luca Bianchin

24 ottobre – ZAGABRIA

Questo Dinamo-Milan è clamorosamente, insospettabilmente, la partita più importante della stagione del Milan? La domanda si fa largo a Zagabria e una risposta si può dare. Economicamente sì – ci si gioca il passaggio all’eliminazione diretta di Champions -, in campo… beh, in campo no: il Milan spera di giocare partite più importanti in primavera. Stefano Pioli, in ogni caso, non nasconde il peso del suo martedì sera: “Sì, è una partita che conta tantissimo. La più importante della mia era milanista, scudetto a parte? Noi affrontiamo ogni partita come se fosse decisiva. In fondo ne abbiamo giocate già tante”. Il passo successivo è capire come giocherà il Milan: “Non abbiamo bisogno di rabbia ma di lucidità – dice Pioli. La Dinamo non perde in casa da dicembre 2021, dovremo essere concentrati e mettere in campo qualità”. E ancora più nel dettaglio: “A volte perdiamo le distanze, ci allunghiamo. Nella partita di Milano abbiamo imparato che la Dinamo chiude bene gli spazi e riparte. Sono forti, concreti, individualmente tutti di livello”. L’impressione della vigilia è che tutto questo possa significare Krunic al posto di Diaz, che probabilmente non ha la condizione per essere titolare. In difesa, Gabbia farà il centrale con Kalulu terzino destro.

REBIC ZERO PRESSIONE

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Ante Rebic alla Dinamo non ha mai giocato ma insomma, con la nazionale croata ha giocato una finale mondiale: normale che sia il più atteso. “I compagni mi hanno chiesto com’è lo stadio Maksimir e sicuramente non è un tipico stadio italiano. Io qui ho segnato solo quando ero giovane, poi basta. Non sono mai stato vicino alla Dinamo, ho seguito la mia strada e ho vinto un campionato col Milan. Direi che sono contento…”. Sulla partita, nessuna preoccupazione particolare: “Pressione? Mah, il Milan ha sempre pressione, siamo abituato. Una mia vendetta con Cacic, che ora allena la Dinamo e da c.t. croato non mi convocava? No, è solo un caso. Ai tempi non ero al livello della nazionale, era giusto che non mi chiamasse”.

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