Pioli, a sinistra l’imbarazzo della scelta. Rebic e Leao si candidano da centravanti

La fascia mancina rossonera funziona a meraviglia e dispone di diverse opzioni. Le alterative non mancano nemmeno al centro dell’attacco

La trasferta del San Paolo non ha certo fatto eccezione: i successi del Milan, spesso e volentieri, portano la firma della fascia sinistra. Nel 3-1 in casa del Napoli, per esempio, la doppietta di Zlatan Ibrahimovic è arrivata sugli assist di Theo Hernandez e Ante Rebic, mentre il tris lo ha calato Jens Petter Hauge. Un vero e proprio fendente letale al servizio di Stefano Pioli che, in base agli interpreti di turno, può modellare e adattare ad avversari e situazioni. In una squadra che sta “girando” egregiamente in tutti i suoi componenti, l’out di sinistra si rivela spesso quello più incisivo, talvolta con gol e talvolta con assist: con l’assenza di Ibrahimovic, questa duttilità collettiva sarà nuovamente messa alla prova dalle circostanze e l’allenatore rossonero dovrà essere bravo a indovinare la combinazione migliore per proseguire la cavalcata in campionato e il percorso di Europa League, già a partire dalla rivincita con il Lilla. Ogni giocatore, infatti, porta alla causa sfumature, possibilità e potenzialità differenti.

L’EVOLUZIONE DI THEO

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Se è vero che nella posizione di trequartista di sinistra gli interpreti si sono alternati più volte, lo slot da terzino sinistro è blindato da Hernandez, colpo indiscusso del mercato di un anno e mezzo fa. Ha giocato 13 partite da titolare, saltando solo il match contro lo Sparta Praga, e ha continuato a convincere come aveva fatto per tutta la scorsa stagione. Tant’è che in rosa non c’è un vero e proprio vice: Diogo Dalot, in teoria terzino destro di ruolo, può rimpiazzarlo all’occorrenza – contro lo Sparta Praga lo ha fatto in maniera eccellente, con un gol e un assist – ma si tratta comunque di un adattamento tattico. Il francese, invece, ha cambiato un po’ pelle rispetto all’anno scorso, pur rimanendo estremamente decisivo. Rispetto alle 7 reti complessive del 2019-20, in questa seconda versione sembra più dedito all’assist, soprattutto per un Ibrahimovic in forma strepitosa. Ora, però, con l’assenza dello svedese, gli sarà probabilmente chiesto di ritornare a mettersi in proprio e sfornare qualche gol. Il suo score attuale è di un centro e tre assist ma, con qualsiasi mansione lui scenda in campo, rimane più che fondamentale per il Milan. Lo testimonia che, in una squadra mutevole e imprevedibile nei suoi interpreti, Pioli non intende mai fare a meno di Theo. Le diverse versioni della catena di sinistra non posso prescindere da lui, che sia assistman o finalizzatore.

L’ALA MANCINA

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Analizzare univocamente il ruolo di sinistra del Milan è sostanzialmente impossibile. E, soprattutto, sarebbe sbagliato. A inizio stagione il titolare della maglia, Rebic, è stato fuori per l’infortunio al gomito e da quella parte si sono aperti grandi spazi. In 14 partite è Rafael Leao a essere stato lanciato in più occasioni dal primo minuto nella posizione di trequartista sinistro, per 5 volte. Poi 3 per Saelemaekers – soprattutto a inizio stagione quando il portoghese era indisponibile – e 2 ciascuno per Brahim Diaz, Rebic e Rade Krunic. In più, le varie sostituzioni in corsa che hanno interessato anche Hauge e talvolta Daniel Maldini. E, per esempio, molti gol sono arrivati da questi giocatori. Solamente Ibrahimovic, Calhanoglu, Kessie e Colombo sono gli estranei a quel ruolo tra i marcatori di questa stagione. Ancora non c’è un titolare fisso e la cosa non sembra mettere in difficoltà il gruppo, visto che spesso e volentieri chi subentra incide in prima persona o contribuisce a spostare gli equilibri e l’inerzia della partita. Anche da questo punto di vista – come detto per Theo Hernandez – l’assenza di Zlatan imporrà ulteriori ragionamenti da parte di Pioli.

I PROFILI

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Nelle analisi sul Milan attuale, conviene momentaneamente mettere da parte per diversi motivi Maldini e Saelemaekers. Il giovane Daniel partirà infatti presumibilmente un passo indietro nelle gerarchie vista la giovanissima età, mentre il belga agisce più spesso sull’altra fascia, quella destra. Rimangono quindi gli altri cinque interpreti, che sono diversi tra loro e che rispondono quindi a differenti necessità dell’allenatore. L’ultima piacevolissima sorpresa, Hauge, è per esempio un giocatore molto atletico, che aveva impressionato i rossoneri con la maglia del Bodø/Glimt con corsa, efficacia di giocate e determinazione. Così ha segnato al Napoli e al Celtic e attualmente sembra visto dall’allenatore come arma perfetta per capovolgere le sorti di una partita, uno spauracchio da lanciare nel secondo tempo per far ammattire le difese stanche a suon di sprint. Brahim Diaz ha più qualità nei piedi, predilige maggiormente le giocate nello stretto ed è in grado di svariare su tutto il fronte della trequarti: i 3 gol già siglati certificano per lui anche una certa efficacia sottoporta. Rebic e Leao sono poi due giocatori che possono anche giocare come punte e infatti sono tra i candidati a fare le veci di Ibrahimovic in sua assenza. Ante è più fisico, non disdegna le sportellate e gli spazi affollati ed è pronto a colpire ogni mezza palla disponibile per mettere alla prova il portiere avversario. Il portoghese risulta invece più efficace negli spazi aperti, dove può scatenare la sua velocità e prendere in controtempo i suoi marcatori. Ha ancora degli aspetti nei quali deve maturare, ma già in questo avvio di stagione sembra molto più completo rispetto a dodici mesi fa. Così Pioli sceglie ogni volta chi schierare, in base all’assetto che concepisce. Contro il Napoli, per esempio, la fisicità della rosa partenopea ha convinto l’allenatore a lanciare dal primo minuto il croato, reputandolo più adatto a scontrarsi con i muscoli al servizio di Gattuso. Infine Krunic, probabilmente quello in grado di dare più equilibrio all’assetto perché meno offensivo. È nato infatti come centrocampista centrale e gli anni in quella posizione gli permettono di buttarsi in avanti con più parsimonia. Spesso viene scelto da Pioli quando teme che il resto della formazione sia sbilanciata offensivamente, oppure quando teme di essere troppo vulnerabile.

Dubbi

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Ora, a partire dalla partita contro il Lilla, ricomincia il toto-esterni nel Milan senza Ibrahimovic, Pioli è chiamato – come accadrà costantemente quest’anno – a capire chi lanciare dal primo minuto e chi tenere in panchina, pronto a subentrare. L’allenatore è “condannato” a questi dubbi, ma si tratta di alternative che tanti tecnici vorrebbero avere a disposizione. Quale esito darà la prossima combinazione?

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