Perisic illude l’Inter poi rimonta Lazio, nel finale rissa e scene da far west

Ritorno a “casa” amaro per Inzaghi, il croato su rigore porta in vantaggio i suoi, ma nella ripresa la squadra di Sarri la ribalta

Ritorno più amaro all’Olimpico Simone Inzaghi non poteva immaginarlo, malgrado la bellissima accoglienza della Curva nord prima del via. Ma alla fine trionfa in rimonta la Lazio e l’Inter perde la prima gara in campionato, rischiando di veder scappare Napoli e Milan. Dopo i rigori di Perisic e Immobile, decide il gol di Felipe Anderson, con tanto di successiva scena da far west perché il brasiliano non si sarebbe fermato malgrado Dimarco fosse a terra. I nerazzurri perdono la testa e il solito Milinkovic (al terzo gol di fila contro l’Inter) la chiude.

Primo tempo

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Sarri sostituisce lo squalificato Acerbi con Patric e a sorpresa preferisce Basic a Luis Alberto. Inzaghi punta su Gagliardini per l’acciaccato Calhanoglu e non rischia Lautaro. Davanti con Dzeko c’è Perisic. Proprio i due combinano per la prima azione del match, ma il bosniaco di testa la manda di poco sopra la traversa. Un abbaglio, perché per 10′ è la Lazio a far girare palla, pur senza trovare i varchi giusti in area. L’Inter accetta di abbassarsi ma al 12′ riparte da grande squadra: cambio gioco Dimarco, Darmian di testa prolunga per l’inserimento in area di Barella che anticipa l’ingenuo Hysaj. Il tocco sul piede è da rigore e dal dischetto Perisic spiazza Reina. I nerazzurri prendono più sicurezza nelle uscite, ma come spesso avviene soffrono gli esterni offensivi rapidi. Sulla sgasata di Felipe Anderson, Basic impegna Handanovic e il muro Skriniar spazza prima del tap-in. Le due squadre pendono a destra, con Pedro che dovrebbe pressare Skriniar, ma dietro Barella e Darmian hanno praterie, complice anche l’accentramento di Basic. Sull’altro fronte invece Milinkovic e Felipe mettono alla frusta il binario mancino di Inzaghi.

Secondo tempo

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Il copione a inizio ripresa non cambia, così come gli undici iniziali. L’Inter sembra gestire senza particolari affanni, ma le manca peso in area per raddoppiare. E come nella prima frazione, ma al contrario, dal nulla spunta il rigore che cambia inerzia e risultato. Al 63′ infatti Bastoni tocca di mano il colpo di testa di Patric da angolo. Immobile spiazza Handanovic e inizia un’altra partita. Anche perché scatta la rumba delle sostituzioni. Sarri punta su Lazzari (Marusic scala a sinistra) e Lui Alberto per Hysaj e Basic. Inzaghi risponde con un tris di cambi: dentro Correa (e non Lautaro), Vecino e Dumfries per Perisic, Gagliardini e Bastoni, con Darmian che cambia fascia e fa scalare Dimarco. Ora è l’Inter a tornare alla carica, alzando pericolosamente il baricentro. Zaccagni per Pedro e Lautaro per Dzeko completano il restyling degli attacchi e apparecchiano la tavola per il gran finale. E la svolta decisiva arriva all’81’, con Felipe Anderson che proprio in ripartenza avvia e chiude l’azione del 2-1 dopo la parata di Handanovic su Immobile. Si scatena però un polverone (con 4 ammonizioni) perché il brasiliano aveva ignorato il fatto che Dimarco fosse a terra dopo un contrasto con Leiva. La sostanza è che il gol viene giustamente convalidato e che l’Inter perde la testa. Fino al sigillo definitivo di Milinkovic. E al fischio finale il far west va avanti, con Luiz Felipe che si prende il rosso per avere trattenuto l’amico Correa (che non gradisce) e poi scoppia in lacrime.

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