Perinetti: “Vi racconto come Mourinho ha convinto Dybala”

Inviato a Faro – Paulo Dybala è arrivato in Italia dieci anni fa. Fu uno dei colpi di Zamparini, che lo portò a Palermo superando la concorrenza. All’epoca il direttore sportivo dei rosanero era Giorgio Perinetti che concluse un’operazione non certo facile. Oggi Perinetti con Marotta è il più longevo direttore in attività ed è tornato a lavorare a Brescia con Cellino. 

Perinetti, ci racconta come è andata? 

«Paulo era un giovanissimo talento che giocava nell’Insituto de Cordoba, nelle serie minori. Zamparini ne rimase folgorato, investì 12 milioni per un ragazzino. Ma non fu facile chiudere l’operazione. Ci fu il giallo dei procuratori. Quando arrivai a Palermo era quasi tutto fatto, Mascardi aveva condotto l’operazione ma mancava la firma del giocatore. Volai a Londra per incontrare uno dei fratelli di Paulo, che si presentò con il vero procuratore di Dybala, un certo Rebasa. Il prezzo stabilito doveva essere comprensivo delle procure e invece alla fine salì a 13 milioni, con un milione di commissione per Rebasa». 

Dybala era già un talento, come finì al Palermo? 

«Zamparini era decisissimo a fare un investimento, all’epoca Paulo non aveva ancora 19 anni. L’operazione era impostata quando arrivai, ma a Zamparini erano venuti dei dubbi. Mi chiese di approfondire le informazioni con persone diverse da quelle di sua fiducia e di studiare i filmati. In Argentina presi contatto con Gustavo Ghezzi, ex calciatore che faceva il procuratore, mi disse: “Giorgio, non lasciartelo sfuggire, è un talento”. Dybala in Argentina era già molto quotato, era stato richiesto da società importanti come Juve e Inter, ma le offerte erano quelle parametrate per un giovane di 19 anni, 4/5 milioni. Zamparini ha voluto sbaragliare la concorrenza».  

Quindi dopo l’incontro di Londra fu tutto a posto? 

«Neanche per sogno. Non è stato facile trovare l’accordo con questo Rebasa. Una volta sistemato lui, abbiamo spinto per avere la firma del giocatore e chiudere il contratto. Ma il ragazzo non si trovava. Sparito. Quando è stato tutto chiarito ci siamo trovati negli uffici di Zamparini a Vergiate e finalmente è spuntato anche Paulo e scoprimmo che si era nascosto a Bergamo a casa dell’ex calciatore Leo Rodriguez. Dybala arrivò e firmò. La prima impressione che mi fece fu molto positiva: la faccia da bambino, sorridente, ma non spaurito, sicuro di sè. E poi mi sembrò più alto rispetto ai filmati che avevo visto. Mi raccontò che in pochi mesi aveva preso diversi centimetri. Era cresciuto molto in poco tempo». 

Che tipo è Dybala?

«Un ragazzo molto sereno e tranquillo, sembra fragile, ma ha una grossa determinazione e una forte personalità».  

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Se l’aspettava di vederlo alla Roma?

«Sapevo della forte amicizia con Marotta, ma poi all’Inter ci sono state difficoltà. Mi sembra che la Roma abbia lavorato molto bene, ha condotto l’operazione a fari spenti con grande determinazione. Mourinho è stato fondamentale per la scelta di Dybala, soprattutto nel dargli la giusta motivazione, dopo essere uscito dalla Juve in lacrime. Lo ha messo al centro del progetto Roma e gli ha fatto capire di essere importante». 

Con lui la Roma sarà protagonista? 

«Sta dimostrando di fare un processo di crescita graduale, ha preso un talento già affermato, ha un allenatore straordinario. La Roma è destinata a crescere. La società dimostra che ha intenzione di migliorare e di portare avanti un progetto solido».

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