Perché Milik al Marsiglia è un mezzo miracolo del calciomercato

I rapporti tra il polacco e il Napoli erano ai minimi storici. Ma forse c’è stato anche un pizzico di riconoscenza di Arek, che ha pure capito che senza giocare avrebbe perso l’Europeo

I motori di ricerca avevano sentenziato: il nome di Arkadiusz Milik in cima alla lista dei più cliccati (se non il più cliccato) degli ultimi sette-otto mesi. Ecco perché il suo trasferimento all’Olympique Marsiglia è un mezzo miracolo, forse un miracolo intero di calciomercato.

Milik accetta la Francia esattamente nei giorni in cui avrebbe potuto dire sì a tutti, ma a partire dalla prossima estate. E’ un pentimento, forse un modo per ricomporre almeno alla fine un rapporto sempre più freddo con De Laurentiis. Ma è anche un’opportunità enorme: se fosse rimasto da separato in casa fino a giugno, non avrebbe giocato un minuto con il Napoli e avrebbe compromesso l’Europeo con la Polonia. “Così sembra un pensionato” gli avevano mandato a dire dalle non troppo segrete stanze polacche. Lui ha dato la risposta migliore, quella ideale: si rimette in gioco da subito, spera di essere l’orgoglio di Villas-Boas e di un club che ha investito tanto per averlo.

perché è un miracolo

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Con due cause pendenti e rapporti ben sotto i minimi storici, la trattativa nell’ultimo mese ha viaggiato sul filo del cornicione, sarebbe bastata mezza spinta o un soffio di vento per andare giù. La svolta è un miracolo, all’interno dell’infinito dossier di trattative saltate o andate in porto, perché arrivata quando le incomprensioni erano diventate decisive. Ma è un miracolo anche e soprattutto per le cifre, il Napoli incassa qualcosa di non sperabile: 8 milioni più 5 di bonus e dobbiamo aggiungere (soprattutto) il 25 per cento che il Napoli prenderebbe in caso di futura vendita. Noi non siamo abituati a questo, in Premier prima del Covid sì. E ci spieghiamo: dalle nostre parti quando sei a pochissimi mesi dalla scadenza, parte un valzer di speculazioni, di richieste al rialzo per scoraggiare gli interessati. In Inghilterra, almeno fino a quattro-cinque anni fa, funzionava diversamente, nel senso che erano disposti a spendere anche 40 milioni per un cartellino, a prescindere dalla durata breve del contratto. Milik ha aperto perché forse, alla fine, ha prevalso anche un minimo di riconoscenza: il Napoli è stato lo stesso club – fino a prova contraria che non c’è – capace di aspettarlo e coccolarlo dopo due gravissimi infortuni al crociato. E magari anche un modo per resettare quanto accaduto nell’ultima notte del mercato estivo, tra il 4 e il 5 ottobre, quando la Fiorentina aveva offerto 24 milioni al Napoli e un ingaggio da 4 milioni a stagione. Arek disse no, Commisso ci restò malissimo, la frattura con il club sembrava insanabile.

ora llorente

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Risolta la pratica Milik, adesso il Napoli si potrà dedicare a Fernando senza grande fretta. La decisione nell’ultima settimana quando Osimhen, finalmente negativo al Covid, cercherà di bruciare le tappe dopo il grave infortunio. A quel punto Llorente potrebbe essere di troppo e preparare le valigie, le offerte non gli mancano. A dicembre era della Samp che poi cambiò idea, evidentemente perché aveva già puntato Torregrossa. Adesso l’Udinese l’ha individuato come sostituto ideale di Lasagna destinato all’Hellas, in questo momento ha mosso i passi più decisi rispetto alla concorrenza. Alle spalle il Benevento, che ha aspettato a lungo Pinamonti ma che si sta rassegnando alla volontà di Conte di trattenerlo in assenza di un’alternativa. In terza fila l’Athletic Bilbao per un ritorno sempre sognato mai fin qui concretizzato. Il Napoli deciderà con calma, Llorente anche, la priorità era uscire entro fine gennaio dal vicolo cieco Milik.

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