Perché il Bologna può essere la sorpresa di questo campionato, in 5 punti

Settimi con 18 punti in 12 giornate, miglior risultato dal 2002-03, i rossoblu possono puntare in alto

Matteo Dalla Vite

9 novembre – bologna

E se, al settimo anno di Joey Saputo, fosse la svolta buona? Bologna s’interroga, guarda la classifica e si mette anche a fare due calcoli: così, con la leggerezza che impone la dodicesima giornata e davanti a una squadra che pare aver consolidato linee-guida e alzato l’asticella della consapevolezza. La domandona è: e se il Bologna fosse la vera rivelazione del campionato? Una cosa pare certa: 18 punti in 12 giornate (settimo posto assieme a Juventus e Fiorentina), è il miglior risultato dalla stagione 2002-2003. Settimo comandamento: non sognare. O forse sì, perché i sogni aiutano a osare. Chissà. L’emergere del Bologna si può leggere in 5 punti: da Sinisa agli… arbitri. Così.

duttile e deciso

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Nel vocabolario, accostata a Sinisa Mihajlovic, c’è sempre stata la parola “grinta”: da infondere ai suoi. C’è ancora, come no, ma esiste anche la duttilità tattica e quindi l’intelligenza di aver voluto anteporre la salvaguardia dei suoi difensori alla bellezza di un gioco che, anche se più accorto, non ha però cancellato la sceneggiatura offensiva insegnata negli ultimi anni. “A me questo nuovo sistema non piace – ha detto spesso Sinisa -, ma a un certo punto è diventato più importante cercare di proteggere la porta”. Dal 4-2-3-1 è passato (dopo un po’ di 4-1-4-1) al 3-4-2-1, un difensore in più, un attaccante in meno ma senza togliere trame d’attacco insegnate dal gennaio 2019 a oggi. Esempio: riguardatevi il primo gol alla Samp, coi tre centrocampisti coinvolti e un’architettura che dimostra esercitazioni su esercitazioni fatte. Bene.

L’Ibra del Bologna

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E poi c’è Marko Arnautovic, che in questi giorni ritrova la nazionale austriaca dopo averla dovuta abbandonare nella penultima sosta per problemi fisici. Arna è a 5 gol, 6 con la Coppa Italia. Ed è lo “spread” fra la partita inchiodata e quella vinta. Sinisa lo sollecitava sempre: “Da lui voglio di più”. A Genova, dopo la svista del guardalinee e l’intervento sano del Var, ha messo dentro il 2-1: quello che un centravanti deve fare. Arna, di spessore internazionale, alza il livello di tutti i compagni: che se sbagliano una volta cercano di non farlo una seconda perché gli arriva il rimbrotto o l’occhiataccia dell’austriaco. Arna è l’Ibra del Bologna: carisma. Non essendo riuscito, a suo tempo, a portare Zlatan al Dall’Ara, ecco che Mihajlovic ha felicemente sterzato su Arnautovic, un leader di quella pasta. “E con lui – dice sempre Sinisa – tutti si sentono più forti”.

meno gol

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Il cambiamento tattico di cui sopra ha portato la difesa a prendere meno gol. Sia chiaro, sbandate ce ne sono state: ma prima del 3-4-2-1. Perché dopo aver preso 6 gol dall’Inter e 4 a casa-Empoli, ecco quel ritiro mezzo punitivo in cui squadra e allenatore si sono parlati con la franchezza pulita di chi conosce il calcio. E insieme sono arrivati al cambio di sistema, che ha mutato le carte in tavola. A questo, va aggiunto anche il “ripescaggio” di Soumaoro dopo un iniziale accantonamento e l’esplosione di Theate: il belga ha rotto ogni diceria sull’ambientamento degli stranieri. È uno nato pronto e finora ha anche realizzato due gol. L’innesto di Medel, poi, ha registrato tutto. Un trio che, per ora, appare perfetto anche se perfettibile.

mix

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A proposito di Theate: è uno di quei ragazzi che sono già in rampa di lancio, ha impiegato pochissimo tempo a guadagnare la vetrina. Il Bologna coltiva i giovani da anni: è la politica del ds Bigon e del capo-scouting Di Vaio (per un certo periodo affiancati da Walter Sabatini), perché prima o poi i frutti arrivano. Esempi: Dominguez, ormai consolidato nazionale argentino, è diventato anche regista e ora è tuttocampista di spessore e qualità; Hickey, con 10 presenze, è il più giovane ad avere collezionato tante partite nei 5 maggiori campionati europei; Svanberg viaggia ancora con la… corrente alternata ma quando è in forma (e sono più le volte che no) piazza gol o anche gol e assist come contro la Sampdoria. Il tutto, poi, condito con i 4 gol di Barrow (che pur sempre giovane è), in attesa di Vignato e coi timidi segnali di Skov Olsen. Loro crescono ma anche perché aiutati da una squadra piena di leader: da De Silvestri a Soriano, da Arnautovic stesso a Sansone e Medel. Ogni settore ha il suo.

ne mancano 4

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“Se mi aspettavo 18 punti dopo 12 gare? Sì, e magari anche di più perché ce ne mancano”. Lo ha detto Sinisa a Dazn dopo la gara di Genova. I suoi riferimenti sono chiari e, anzi, spesso li ha dichiarati. “Ci mancano 4 punti, quelli persi nelle partite contro Genoa e Udinese”. Ma persi un po’ così. Contro il Genoa, l’arbitro Fourneau diede un rigore per fallo di Bonifazi quando era stato lo stesso Bonifazi a ricevere un secondo prima un calcio da Behrami. A Udine, arbitro Abisso, Becao fa ostruzione su Skorupski e Beto infila l’1-1. In entrambi i casi, il Bologna era saldamente in vantaggio. Eppure, oggi, i punti sono 18, posto virtuale da Conference League. Col resto che si capirà nelle prossime due gare contro Venezia e Spezia.

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