Perché hanno giocato e cosa rischiano i “quarantenati” Rrahmani, Lobotka e Zielinski

I tre calciatori, messi in quarantena dall’Asl di Napoli 2 perché sprovvisti della terza dose e a contatto con soggetti positivi, hanno giocato contro la Juve: cosa rischia ora la società

Il Napoli sfida il provvedimento della Asl Napoli 2 e decide di mandare in campo i tre giocatori posti in quarantena all’arrivo a Torino. Nella distinta consegnata poco prima dell’inizio della sfida contro la Juventus compaiono infatti Zielinski, Rrahmani e Lobotka.

La quarantena “soft”

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I tre erano infatti stati fermati in quanto contatti stretti di positivi ma ancora privi di dose booster e con seconda dose di vaccino avvenuta da più di 120 giorni. Se le autorità sanitarie avessero attinto invece che a questa quarantena “ammorbidita” prevista dalla legge, alla quarantena “soft” con cui si è riusciti a portare a termine lo scorso campionato, i tre avrebbero potuto giocare. Per la cosiddetta quarantena “ammorbidita” istituita lo scorso 30 dicembre i tre dovrebbero isolarsi, secondo il protocollo. Il Napoli invece – dopo aver consultato i propri legali – ha ritenuto corretto schierarli perché in linea con la quarantena “soft” istituita dalla Federcalcio nel giugno 2020 e ancora valida sportivamente. Che consente agli atleti il percorso casa-lavoro, dunque allenarsi e giocare.

I rischi

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Il rischio adesso è principalmente quello di un’ammenda amministrativa, ma di certo la violazione consapevole e pubblica delle norme non può ben disporre il governo, anche in vista dell’incontro del 12 per risolvere il caos in cui è piombato il calcio.

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