Per l’Inter e il Mondiale Icardi si affida a Spalletti

27 giugno 2017 – milano

La fascia da capitano stretta al braccio sinistro ricorda a Mauro Icardi che l’Inter è ancora casa sua. E che lui sarà il simbolo della rinascita nerazzurra targata Suning. A prescindere da qualsiasi acquisto che arriverà a Milano. In questi giorni di relax tra Dubai e Maldive con la famiglia, sta ricaricando i pensieri positivi. Perché alla Pinetina lo aspetta Luciano Spalletti. Nell’anno che porta al Mondiale dovrà segnare con una continuità eccezionale, più dell’ultima stagione chiusa con 24 gol in Serie A. Solo così convincerà il c.t. Jorge Sampaoli a portarlo in Russia.






storia nerazzurra — La prossima stagione dovrà essere quella della conferma assoluta in Italia e dell’esplosione in chiave nazionale. Mauro sta scalando i gradini della storia dell’Inter e questo potrebbe essere un impulso da sfruttare. Icardi è 13° nella classifica dei migliori attaccanti nerazzurri (campionato e coppe), ma la top ten dista “solo” 16 reti. L’obiettivo è farne 17 e scavalcare Mario Corso. Per la graduatoria del campionato ne basteranno 7 per superare Attilio Demaria, fermo a quota 76 in A con l’Inter (Icardi è a 71). tattica — Spalletti lavorerà su Mauro sia sul piano tattico sia su quello spirituale. In campo si partirà dal 4-2-3-1 per arrivare al 4-3-3 ma per lui cambierà poco o nulla. Perché avrà sempre un paio di ali al suo fianco che gli garantiranno cross e giocate in area. Il vero cambiamento che dovrà affrontare il numero 9 argentino è l’atteggiamento che dovrà dare in campo. Come Dzeko, dovrà iniziare ad aiutare di più la squadra anche nei momenti di difficoltà. Un concetto che aveva provato a far passare Roberto Mancini quando era tornato all’Inter. Per essere il capitano e il centravanti dell’Inter non è sufficiente essere il re dell’area di rigore. Bisogna anche dimostrarsi disponibili nei confronti dei compagni quando magari la palla fatica ad arrivare nella metà campo avversaria. E una disponibilità maggiore lo renderebbe ancora più leader.

spirito — A livello spirituale Spalletti sarà determinante nel tenerlo concentrato, sempre attivo, “sul pezzo”. Senza concedergli alibi, sia chiaro. Luciano tratterà Mauro esattamente come tutti gli altri, sapendo bene il ruolo che ricopre dentro il gruppo. Ma da lui si aspetterà un atteggiamento propositivo in tutti i momenti della settimana. E quando non avrà fatto ciò che gli chiede, lo sostituirà, come ha fatto in passato a Roma con gente come Totti e De Rossi. Insomma, non si guarderà alla fascia da capitano o allo stipendio. Ma al bene dell’Inter che poi è quello a cui ambisce lo stesso Icardi, primo tifoso di questa squadra.
dzeko e totti — Spalletti ha completato grandi centravanti, ha trasformato in tale chi era cresciuto in un’altra zona del campo e ha fatto raggiungere il picco ad altri. Stiamo parlando rispettivamente di Edin Dzeko, Francesco Totti e David Di Michele. Partiamo dal bosniaco che prima dell’ultima stagione era visto come un oggetto estraneo non solo in campo ma anche fuori. Al primo anno di Roma, 8 gol in 31 presenze; al secondo 29 centri in 37 gare e titolo di capocannoniere. La relazione con Francesco Totti è conosciuta, ci soffermiamo semmai sulla novità tattica: lo spostò a fare il “falso nueve”. E alla fine della stagione 2006-07, con 26 gol in campionato, vinse la Scarpa d’Oro. Senza scordare l’esperienza con Di Michele. I 15 gol segnati con l’Udinese nel 2004-05 furono il top in Serie A per lui. Icardi prenda nota, in attesa di rinfrescare la sua biografia rivisitando il capitolo dedicato ai fatti di Reggio Emilia. Un’opera congelata, non si sa fino a quando.

 Matteo Brega 

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