Pellegrini show, la Roma si gode un capitano da applausi

Uno e trino, come vorrebbe Mourinho. Decisivo, come era destinato a diventare. La notte di Salerno, con l’aria inebriante del mare estivo a incorniciare la trasferta, può rappresentare il momento in cui si chiude un dibattito. Lorenzo Pellegrini non è soltanto un degno capitano per la Roma, che ha perso all’improvviso Dzeko e già si domanda se tutto il male sia venuto per nuocere, ma è anche un leader tecnico a cui nessun allenatore sano di mente può più rinunciare. A Trebisonda aveva segnato il primo gol della stagione, all’Arechi ha scassinato la serratura di Castori per poi completare la festa sotto al settore romanista con una doppietta. E ora viene il bello, forse. “Ma non ci sentirete mai parlare di obiettivi a lunga scadenza – racconta lui, subito dopo essersi sfilato la maglia – ci stiamo abituando a pensare a una partita per volta. E credo sia la cosa migliore in questo momento. Quest’anno percepisco qualcosa di diverso in termini di mentalità. Sappiamo di dover migliorare ma lavoriamo tutti i giorni per questo”.

Pellegrini: “Mourinho ci ha chiesto di continuare con la stessa intensità”

È il protagonista principale della vittoria, insieme a un fenomenale Veretout, ma ovviamente preferisce dividere i meriti con i compagni: “È stata una grande prova di squadra, non solo mia. Non era facile segnare, per fortuna ci siamo riusciti con il mio gol a inizio ripresa. E poi è stato tutto più facile”. Mourinho ha detto che sarebbe felice di schierare tre Pellegrini contemporaneamente. Lorenzo sorride per la battuta: “Ci pensano gli altri a darmi una mano. Tutti stiamo andando nella stessa direzione”. Senza farsi stritolare dall’ansia quando la situazione sembra difficile: “Mourinho durante l’intervallo ci ha chiesto di continuare con la stessa intensità, perché con la velocità nel palleggio avremmo prima o poi trovato gli spazi giusti. Così è stato”.

Pellegrini e il ritorno in Nazionale

Si è emozionato, da romanista vero, davanti ai tifosi felici che cantavano “Vinceremo il tricolor”: “Come dicevo prima, a me interessa guardare solo alla partita più vicina. Ma quel coro ci piace tanto, è un grande classico. Speriamo di realizzare il loro sogno ma in questo momento non ha senso parlarne. I conti li faremo alla fine per capire dove saremo arrivati”. Il feeling ritrovato con la tifoseria è un elemento di felicità ulteriore per Pellegrini, che in passato aveva ricevuto qualche critica di troppo. Adesso potrà dedicarsi alla Nazionale, riappropriandosi del tempo perduto: gli brucia aver rinunciato all’Europeo ma affronterà con fiducia la corsa al Mondiale, che per lui e per Zaniolo avrà anche un valore risarcitorio. Nel frattempo Lorenzo avrà firmato il rinnovo del contratto in scadenza: entro la metà di settembre la lunga querelle arriverà al traguardo secondo il sentiero delineato. Almeno fino al 2026 non esisterà una Roma senza Pellegrini, costi quel che costi.

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Villar l’escluso: se arriva un’offerta la Roma lo vende

C’è un clima di euforia generale, insomma. Che ha contagiato l’intero spogliatoio a parte una pedina, Gonzalo Villar: Mourinho all’Arechi lo ha spedito in tribuna a sorpresa per scelta tecnica. È uno dei soliti segnali in chiave mercato: se arriva un’offerta che possa accontentare il giocatore, la Roma lo vende volentieri per investire su un centrocampista più idoneo al pensiero special. Al momento però, come già accaduto a Diawara, Villar non ha preso in considerazione altre proposte.

Mourinho mangia la pizza in treno dopo Salernitana-Roma

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