Pellegrini e il tabù dei capitani romanisti con zero successi in Europa: “È ora di vincere”

Di Bartolomei, Giannini, Totti e De Rossi: nessuno è riuscito ad alzare un trofeo internazionale. Mancini: “Del Feyenoord non temiamo nessuno, ma lo rispettiamo”

Dal nostro inviato Andrea Pugliese

24 maggio – TIRANA (Albania)

Di Bartolomei, Giannini, Totti e De Rossi. Nella storia dei capitani romani e romanisti nessuno è riuscito ad alzare un trofeo europeo. Lorenzo Pellegrini potrebbe riuscirci domani sera, anche se lui ovviamente fa tutti gli scongiuri del caso. Ma è anche per questo che sente una responsabilità in più. “Sì, anche se vuoi vincere qualcosa, diventa normale prendersi delle responsabilità – dice il capitano della Roma – Sarei ovviamente contentissimo di alzare il trofeo, anche perché è la partita più importante della mia carriera. Ma credo che legare questa cosa solamente a me perché sono capitano e romano sia sbagliato. La squadra non la fa un giocatore solo, la squadra sono tutti i componenti. E quando dico che siamo migliorati, mi riferisco a tutte le persone attorno a noi. Se domani dovessimo vincere, penseremmo già a vincere altro”.

Dico grazie

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Ecco la mentalità giusta è anche questa, la maturità di saper andare anche oltre. “Per me potrebbe essere il primo trofeo, poi con questa maglia è ancora più importante – continua Pellegrini – In una finale non esistono favoriti, di certo noi faremo di tutto per vincere, siamo qui per questo”. E a chi gli chiede cosa dirà alla squadra prima della partita, Lorenzo è diretto e immediato: “La ringrazierò, perché è stato un anno bellissimo, dove insieme ci siamo sacrificati e abbiamo gioito, proprio come una squadra vera. Ed è una sensazione che non vivevo da un po’ di tempo. I nostri tifosi? Sono stati incredibili, ci hanno sempre sostenuto, anche nei momenti difficili. Domani giochiamo per noi, ma soprattutto per loro”.

Niente scherzi

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E che sia la partita più importante di una carriera, almeno la loro, lo ribadisce anche Gianluca Mancini. “In passato ho giocato al massimo una finale di Coppa Italia, normale che lo sia. Del Feyenoord non temiamo nulla, ma c’è rispetto. Lo abbiamo studiato, sappiamo che dal centrocampo in su hanno qualità. In finale sono arrivate le due migliori squadra del torneo, le chance sono al 50% per ogni squadra”. Un torneo in cui la Roma ne ha vissute di tutti i colori, nel bene e nel male. “All’inizio un po’ tutti pensavamo fosse la coppa dello scherzo, che potessimo vincere il girone a mani basse. Poi abbiamo preso lo schiaffo di Bodo, con quel 6-1, e abbiamo capito che in Europa non esistono partite facili. Da lì è andato tutto molto meglio. Per noi difensori domani sarà importante restare lucidi e concentrati. Certo, se non ci fossimo complicati la vita da soli avremmo avuto più tempo per prepararla meglio. Ma va bene anche così, stiamo bene. E siamo pronti, domani possiamo giocare anche 300 minuti per provare a vincere la partita”. E a chi gli dice di Dessers, risponde così: “Mi auguro che domani sera alle 11.30 il capocannoniere della Conference sia Abraham”. Considerando che i due si stanno giocando il titolo di capocannoniere, il messaggio è più che chiaro.

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