Pelé, viva il re

Quando Andy Warhol realizzò il suo ritratto gli disse: «Sei l’unica celebrità che, invece di durare 15 minuti, durerà 15 secoli». Fu Pelé a raccontare questo episodio. Pelé che tra un secolo e l’altro è stato messo a confronto con altri fenomeni e, a suo dire, è sempre uscito vincitore: «Mi hanno paragonato a Di Stefano, in seguito a Sivori e infine a Maradona» le sue parole. «Per prima cosa decidano chi dei tre era il più grande e poi accettino il fatto che io sono migliore di ognuno di loro».  

Pelé è morto: il mondo del calcio piange 'O Rei'

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Pelé è morto: il mondo del calcio piange ‘O Rei’

Se Di Stefano è stato soprattutto il ricordo dei vecchi e la suggestione degli inguaribili romantici – sono rarissime le immagini delle sue giocate -, Pelé è stato il sogno grande e Maradona il bisogno e il desiderio di un erede all’altezza.  
Pelé ha vinto tre Mondiali, ma per i profani resta quello della rovesciata in “Fuga per la vittoria”. Ha smesso di giocare all’inizio degli anni 70, poiché l’avventura con i New York Cosmos non può che essere considerata un’appendice del romanzo. Per noi, figli degli anni Sessanta, Pelé è il “lenzuolo” all’avversario prima di un gol indimenticabile ai Mondiali di Svezia, nel ’58. Oppure l’incredibile finta a Mazurkiewicz – nell’uno contro uno, il pallone va da una parte e Pelé dall’altra costringendo il portiere uruguaiano a seguirlo e a trascurare il pallone stesso che non entrerà per pochi centimetri -. Ma è anche la leggenda dei mille e passa gol in carriera e chissà mai chi li avrà contati tra Rio, Santos, San Paolo e il resto del Pai.

Il commovente messaggio d’addio della figlia di Pelé sui social

La morte di Pelé è l'apertura dei siti di tutto il mondo

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La morte di Pelé è l’apertura dei siti di tutto il mondo

Questo non è il giorno dei confronti, ma dell’addio al Re. Il primo Re. A suo dire senza eguali anche perché «dopo la mia nascita mia madre chiuse la fabbrica». Pelé è stato molto amato dalla Fifa, dalle istituzioni mondiali e dalla politica. Lui è stato il governo del calcio, Maradona l’opposizione. I due non si sono mai presi del tutto. Ricordo quando nel 2000 la Fifa di Blatter decise di eleggere Pelé calciatore del secolo. L’irritazione di Diego fu tale che per averlo alla cerimonia di premiazione la federazione internazionale dovette improvvisare un referendum e si tolse dall’impaccio facendolo vincere al Pibe con il 53,6 per cento dei voti. Nel 1979 ebbi l’occasione di entrare nello spogliatoio dell’allora fatiscente Vila Belmiro, lo stadio del Santos dove la famiglia di Pelé ha deciso che saranno celebrati i funerali. Il custode mi regalò una maglia bianca piena di buchi, forse prodotti dalle tarme, che estrasse da un armadietto di legno. Mi spiegò che era quella che Pelé aveva indossato più volte in allenamento. Mi piacque credere che fosse vero. Che potessi stringere tra le mani la camiseta del Re. Aveva il 7 sulle spalle. Il numero di un’illusione giovanile.  

Calcio in lutto, è morto Pelé

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