Pelé compie 80 anni: tanti auguri a O Rei do Futebol VIDEO

Nato povero e diventato Re. Non ha nemmeno i soldi per permettersi un pallone e quando scende in strada per giocare lo fa con un agglomerato di calzini, stracci e carta. I compagni lo chiamano Pelé per prenderlo in giro, lui detesta quel soprannome: ancora non sa che quelle quattro lettere lo renderanno immortale. Compie oggi 80 anni un mito, il Calciatore del Secolo secondo la FIFA, l’unico in grado di salire per tre volte sul tetto del mondo. Attaccante completo in tutto: eccellente fisicameente, inimitabile tecnicamente. 

Pelé compie 80 anni: tanti auguri a O Rei do Futebol

Il primo Mondiale

Cresce in un Brasile in cui il futebol viene lasciato praticare soprattutto ai bianchi, sarà la sua figura a cambiare la storia. A 17 anni, dopo aver segnato 36 reti nel suo primo campionato da professionista con il Santos, vola in Svezia con la Seleçao per debuttare nella Coppa del mondo. L’allenatore manda in campo 10 bianchi, eccezion fatta per Didi. I verdeoro sembrano impacciati: serve la Perla Nera. Così Pelé diventa il più giovane di sempre a giocare in un Mondiale, è un bambino in confronto agli avversari, ma un bambino terribile. Fa impazzire le difese avversarie e le folle sugli spalti: svela finalmente al mondo di cosa è capace. Segna 6 reti tra quarti e finale: negli occhi di tutti rimane la perla alla Svezia, quando sembra riuscire a fermare il tempo nell’area di rigore. Il Brasile è per la prima volta campione del mondo grazie soprattutto al piccolo Edson al quale si può attribuire anche la fine delle restrizioni ai neri in nazionale. È nata una stella. Con lui il Santos diventa il SuperSantos, uno squadrone che si appresta a dominare il Brasile e il mondo. Il governo lo dichiara tesoro nazionale e di conseguenza incedibile. La stella di O Rei permette al club di organizzare tournée intercontinentali, tutti vogliono vederlo giocare, e per farlo pagano fior di quattrini.

Gli anni ’60

Se nei Mondiali 62’ si presenta a mezzo servizio, edizione che i brasiliani si aggiudicano ugualmente potendo contare su calciatori come Djalma Santos, Didi, Garrincha e Vavà, resta molto triste quello che succede in Inghilterra nel ’66. Pelè è la star del mondiale, “la Regina d’Inghilterra” come dirà Venditti in un suo celebre brano. La terza gara contro il Portogallo, decisiva per le sorti della Seleçao, è una caccia all’uomo: i portoghesi lo prendono a calci per 90 minuti. Il Brasile perde e O Rei giura di non giocare mai più una gara di Coppa del Mondo. Diminuisce la sua costante presenza con la Seleçao ma con il Santos continua a segnare a raffica. Il 19 novembre 1969 segna O Milesimo (il millesimo) gol in carriera al Maracana e viene celebrato come un Re. 

La Coppa Rimet

Nel ’70, anno dei Mondiali messicani, il regime brasiliano lo costringe di fatto a partecipare al suo quarto Mondiale. È difficile dire di no alla dittatura. Pelé non è più un bambino, ha 30 anni, qualche kilo di troppo e le gambe usurate dalle migliaia di calci presi in carriera. Il selezionatore Saldanha lo scarta, il governo lo licenzia e chiama al suo posto Zagallo. Anche per il popolo Pelé non è più quello degli anni passati e la sua convocazione viene accompagnata dallo scettiscismo. O Rei stupirà ancora tutti: trascinato dall’orgoglio si rimette in forma e più determinato che mai guida il Brasile alla conquista della Coppa Rimet contro l’Italia. Grazie al successo resta l’unico calciatore in grado di vincere tre edizioni del campionato del Mondo. Un’icona non solo di calcio e sport, ma una figura che ha segnato l’era di un paese che stretto nelle morse di una dittatura, è riuscito a dimenticare tutto vedendolo giocare. Perché lui era O Rei, Il Re del Calcio.

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