Pedro: “La Roma mi ha messo alla porta. Sarri come Guardiola”

ROMA – Ha ritrovato il sorriso, Pedro. Dalla Roma alla Lazio, stessa città, ma altri stimoli. Un affare immediato sferrato dal ds Igli Tare su impulso di Sarri, che lo aveva già allenato al Chelsea. Subito fondamentale nello scacchiere del tecnico, lo spagnolo ai microfoni di Lazio Style Channel ha parlato del momento: “Mi piace la canzone della Carrà, ‘Pedro’, è un piacere che tutti i tifosi mi cantino questo brano. La Carrà è un mito anche in Spagna ed è bello. La canzone, speciale, ricorda quando sono arrivato qua. Non mi aspettavo questa accoglienza di compagni e tifosi. Una bella sorpresa. Venivo dalla Roma, non era facile. L’accoglienza è stata perfetta, mi hanno fatto subito una bella impressione. Lavorare con Sarri è un’allegria, una bella persona e un grande tecnico. Alla Roma stavo vivendo una situazione difficile da fuori rosa. Non ho parlato con allenatore e dirigenti. Mi dicevano che dovevo andare via. Ho parlato con Sarri e ho colto la possibilità bellissima di venire qua. Sono felice di essere alla Lazio e di lavorare qui. E i tifosi, fin dal primo giorno, mi hanno accolto benissimo. Voglio fare tanto per questa squadra. Il gol al derby? È il passato, non voglio parlare molto della Roma. Sono qui per lavorare tanto per Sarri che mi ha dato fiducia. Voglio dare tutto per la Lazio. Penso solo a questo”.

Lazio, altre visite mediche per Pedro in Paideia

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Pedro e il lavoro con Sarri

“Sarri ha una idea chiara di gioco. Puoi farlo in Serie A, in Premier League, in Liga. Se hai le idee chiare di gioco puoi fare bene ovunque. Lui lavora ogni giorno e trasmette l’idea a tutti i giocatori. Il campionato è iniziato bene, ora dobbiamo continuare così. Qui ci sono tanti calciatori bravi: Felipe Anderson, Immobile, Milinkovic, Luis Alberto. Giocano con qualità e testa. Così è più facile giocare per me e ambientarmi. Non sai mai cosa ti aspetta quando arrivi in un nuovo club. Alla Lazio c’è voglia. Dopo due giorni ho subito giocato ad Empoli. Conosco bene Sarri, la sua filosofia non è facile da capire. Ma quando la squadra apprende diventa bello. Già nove gol segnati. Il campionato è difficile e lungo, dobbiamo continuare così per fare una grande stagione”.

L’esame Milan e la voglia di vincere

Una partita tosta, difficile. Il Milan è aggressivo, ha grandi giocatori. Difficile vincere, ma è una grande opportunità di fare qualcosa di buono. Ho sempre voglia di vincere. Quello che dico nello spogliatoio quando mi chiedono qualcosa rispondo: lavorare per vincere. L’obiettivo finale è questo e vincere trofei. Meno male che gli stadi sono aperti, il pubblico è una parte fondamentale di questo sport. Senza tifosi non c’è gusto. All’Olimpico, con i tifosi, è stata un’allegria. Un giocatore con tanta esperienza vuole il tifo. C’è altra ambizione con i tifosi intorno. La maglia numero nove? Un numero libero che ho portato anche in nazionale. Qui hanno giocato tanti grandi giocatori. De La Pena e Mendieta sono importanti per la storia della Spagna. Per me è un privilegio giocare alla Lazio. Luis Alberto? Non so perché non va in nazionale, è fortissimo. Tutti hanno visto il Mago. Ha qualità, è un calciatore diverso. La domanda la faccio a Luis Enrique. Per me è da nazionale. Lavorare con Sarri vuol dire sempre imparare. Al Chelsea ho subito capito la sua idea di calcio e mi piace. È una persona molto importante per me, insieme abbiamo vinto l’Europa League. Poi cito Guardiola, lo ringrazio perché mi ha fatto vincere tutto al Barcellona. Luka Romero e Raul Moro? Hanno un grande futuro. Lavorano bene e cerco di insegnarli qualcosa. Sono sicuro che giocheranno tanto, ci sono qualità e personalità. Sono il futuro della Lazio. Messi via dal Barcellona? Non se lo aspettava nessuno. Ha giocato tutta la vita lì. Ama i blaugrana. Difficile capire cosa sia successo con il presidente. Parliamo di una sorpresa, gli auguro il meglio a Parigi. Il potenziale della Lazio è alto, ma pensiamo al Milan. Avanti passo dopo passo”.

Sarri: "Pedro era uno dei nomi, circa 10-15, in lista"

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