Patrick De Paula, dal torneo delle favelas di Rio al sogno della Seleçao

Povertà, emarginazione, criminalità: Santa Margarida è una delle favelas di Rio de Janeiro, si trova nella zona ovest, in alcuni punti mancano anche l’acqua e la luce. C’è solo un campo di calcio: quello dell’AESC Mamaô. Si gioca in ogni strada. Il pallone regala un po’ di allegria e allontana dai pericoli, come ha dimostrato in questi anni l’impegno portato avanti da “Cara Virada Futebol Arte”, un progetto sociale che tutela e coinvolge tanti bambini. Scuola e sport: lo scudo per contrastare una realtà difficile. Patrick De Paula, ventuno anni, mediano-regista del Palmeiras, è cresciuto a Campo Grande, uno degli spicchi di Santa Margarida: abitava in una piccola casa con i genitori, due fratelli, la nipote e il cognato. Ha rischiato di smarrirsi, è un altro dei figli adottivi di “Cara Virada Futebol Arte”, fondato da Wellington Correia Cesario e Carlos Felipe Zanata. E’ diventato uno dei migliori centrocampisti del campionato brasiliano. La vita gli è stata cambiata da un torneo che coinvolgeva le favelas di Rio. Era il 2016, aveva diciassette anni: è stato Vanderlei Luxemburgo, ex ct del Brasile, a scoprirlo e a portarlo al Palmeiras. Ha vinto già tre trofei: il campionato Paulista (che il Verdão non riusciva a conquistare dal 2008), la Copa do Brasil e la Coppa Libertadores. E’ uno dei segreti della squadra allenata dal portoghese Abel Ferreira, ex allievo di José Mourinho nel Porto. Ritmo, forza nei tackle, visione di gioco, protezione e distribuzione del pallone. Un metro e 83, mancino, intensità e dinamismo. Potrebbe volare presto in Europa: costa dodici milioni, ha un contratto fino al 2024, è gestito dal manager Bertolucci. Viene seguito dal Lille e dal Marsiglia, dal Leicester e dal Siviglia. Anche l’Inter si è informata, lo ha notato durante la Coppa Libertadores vinta dal Palmeiras in finale contro il Santos

LA SCOPERTA – Patrick De Paula è nato a Rio de Janeiro l’8 settembre del 1999. Ottima lettura del gioco e senso della posizione. Nel Palmeiras ha trovato con uno dei suoi idoli: Felipe Melo, ex Fiorentina, Juve e Inter. I compagni, in campo, lo chiamano PK. Ha iniziato a giocare in un campo di terra battuta nel quartiere di Santa Margarida. Vanderlei Luxemburgo, che ora è senza club e all’inizio del 2021 aveva provato a salvare il Vasco da Gama, è rimasto legato a Patrick De Paula . “Arrivava dal campionato delle favelas. Ha avuto un’infanzia molto dura. Il calcio gli ha regalato una straordinaria opportunità. Non ha paura di niente”. Luxemburgo, ex allenatore del Real Madrid, puntò su di lui, decise di inserirlo accanto a giocatori come Felipe Melo e Luiz Adriano

IL RUOLO – I centrocampisti che apprezza di più sono Busquets e De Jong. Era un trequartista, ai tempi delle partite a Santa Margarida. Nei due anni trascorsi nel vivaio del Palmeiras è diventato un play e ha vinto otto titoli. Il 13 agosto del 2020 ha esordito nel “Brasileirão”, è stato lanciato da Luxemburgo, mezz’ora in campo al posto di Rony in occasione del pareggio (1-1) con il Fluminense. Sessantuno presenze, sei gol e un assist con il Palmeiras, dove ha fatto registrare un altro salto di qualità – a livello di prospettive e rendimento – dopo l’arrivo in panchina di Abel Ferreira. Nel Verdão ha avuto come tecnico anche Andrey Lopes. Gioca con la maglia numero 5, è uno dei giovani seguiti dal ct Tite, che potrebbe convocarlo nella Seleçao subito dopo l’estate e la delusione per la finale di Coppa America persa con l’Argentina (1-0, gol di Di Maria). 

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