Passa lo straniero. E i giovani italiani restano a guardare

La propaganda pentole della Nazionale si è conclusa nel brevissimo giro di ventiquattro ore. I giovani italiani? Che stiano ai margini, senza fiatare, il mercato del pallone si agita con i foreign player, arriva Lukaku, si aspettano Ibrahimovic e Di Maria, è apparso Matic, torna Pogba, si sposta Mhkitaryan, spunta De Ketelaere, forse Kostic, sboccia Marcos Antonio e ancora Tavares, Ceesay, aggiungete voi chi volete. Ci siamo presi in giro, abbiamo raccontato che dopo la manita contro la Germania ci sarebbe stata la svolta, una grande e vera pausa di riflessione attingendo al vivaio nostrano così da riequilibrare le finanze, non gonfiare i conti correnti dei procuratori e finalmente rilanciare il calcio italiano doc. Balle colossali, abbiamo venduto illusioni e spacciato demagogia. La realtà è altra, diversa, opposta. Lo straniero attira, il cognome fa tendenza, si cerca il colpo a sorpresa non fidandoci del prodotto interno, l’economia è in crisi, i club battono cassa, chiedono riduzioni di stipendi ma poi valicano la frontiera e spendono e spandono all’estero, qualunque sia il prodotto da importare purché non italiano. La commedia non diverte ma appassiona, i presidenti giurano di impegnarsi per i giovani nostrani, poi delegano ai direttori sportivi e ai procuratori le operazioni. Il mercato è polvere tossica, chi la respira tutta rischia lo stordimento estivo, non vedo orizzonti chiari e limpidi. Altrove hanno già compilato i calendari, da noi non sappiamo ancora chi è o sia in regola con l’indice di liquidità che, alcuni dirigenti, trasformano in “dito medio” di liquidità. Avanti così, fino alla fine, in attesa del Mondiale che renderà felici tutti, calciatori, procuratori, ma non i tifosi italiani costretti a fare i guardoni di storie altrui. Tranquilli che domani arriva un altro straniero che ci regalerà un’estate di godimento.

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