Parolo: “Inter, ora è il momento decisivo: nei momenti difficili Inzaghi trova la via”

L’ex fedelissimo del tecnico nerazzurro: “Ora che l’Inter potrà preparare una sola partita alla settimana, vedrete quanto sarà bravo Inzaghi a incidere. L’uomo della svolta? Io punto su Correa”

Vincenzo D’Angelo

15 marzo – Milano

Il momento è delicato, ma in linea con le aspettative. Almeno secondo Marco Parolo, uno dei totem della Lazio di Simone Inzaghi. “Intanto direi che tutti abbiamo dato per scontata la vittoria dello scudetto troppo presto – sottolinea Parolo —, questo perché l’Inter giocava bene, vinceva, divertiva. Ma oggi è esattamente dove era lecito aspettarsi a inizio stagione, ossia si sta giocando il titolo con l’arrivo della primavera. Sarei stato più sorpreso se avesse avuto 10 punti di vantaggio”.

Quindi l’avvio dominante è stato più sorprendente di questa lunga frenata?

“Sì, esatto. Inzaghi ha preso un’Inter che ha perso Hakimi e Lukaku, due giocatori che in A sono dominanti. Sono stati sostituiti bene con Dumfries e Dzeko, ma loro non possono essere determinanti come gli altri due. Inzaghi ha avuto un grande impatto, ora il calo è fisiologico ma saprà riprendersi: Simone nei momenti delicati non sbaglia mai una mossa e dà il meglio di sé”.

La chiave per la svolta sarà…?

“Paradossale dirlo, ma adesso che anche l’Inter potrà preparare una partita alla settimana, vedrete quanto sarà bravo Inzaghi a incidere. Avrà più tempo per lavorare, scaricare la tensione e poi ricaricarla in vista dell’impegno successivo. Per l’Inter probabilmente oggi è più facile fare da cacciatore piuttosto che da lepre: la pressione ora è addosso al Milan, vedremo come saprà gestirla. Di sicuro senza pressione l’Inter ha fatto le due partite migliori del 2022: tra andata e ritorno contro il Liverpool, dove partiva ovviamente sfavorita, ha dato dimostrazione di essere una squadra vera, con tanta qualità”.

Sabato la Fiorentina, poi la Juve dopo la sosta: siamo al momento decisivo?

“Senza dubbio. E saranno due sfide complicate: la Fiorentina gioca bene ed è sbarazzina, concede tanto ma se non l’approcci bene ti fai male. E poi la Juve darà la misura del finale di stagione: perdere a Torino e trovarsi la truppa di Allegri a pari punti sarebbe un ostacolo davvero enorme poi da superare”.

Senza Brozo è un’altra Inter: possibile che un solo giocatore cambi così tanto una squadra?

“È determinante. Andate a vedere quanti palloni tocca ogni partita e quanto tempo la palla sta nei suoi piedi. Contro la pressione feroce del Torino sarebbe stato l’unico in grado di gestire l’uscita dal basso con sicurezza. Lui è il faro e i compagni si sentono più sicuri quando è in campo”.

Oggi sembra mancare un piano B: Inzaghi cambierà mai sistema?

“Non credo, è troppo legato alla difesa a tre che gli dà certezze in entrambe le fasi. Serve qualche nuovo protagonista che prenda la scena. All’Inter è mancato Correa fin qui e il Tucu può fare la differenza, magari anche partendo da più dietro, giocando alle spalle di altre due punte: ha gamba, strappi e qualità per essere un collante perfetto”.

L’Inter resta ancora favorita?

“Ora dipende tutto dal Milan, ma l’Inter è lì e Simone doveva passare da queste difficoltà per imparare ad essere vincente. È un grande tecnico, gli serve lo scudetto per attestarsi tra i top. E anche per questo che dico: “attenti al Napoli”. Spalletti è l’unico tra i primi tre ad aver vinto un campionato, anche se in Russia”.

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