Parma-Genoa 1-2: commento al risultato partita

Le scelte di D’Aversa e Ballardini

Il successo contro la Roma ha rilanciato le ambizioni del Parma in ottica salvezza e Roberto D’Aversa sfida il Genoa di Ballardini schierando i suoi con il 4-3-3: Conti, Osorio, Bani e Pezzella formano la linea a quattro a protezione di Sepe, mentre Kucka, Brugman e Kurtic fanno da collante tra la difesa e il tridente offensivo composto da Man, Karamoh e Pellè. La risposta del Grifone è affidata ad un 3-5-2 dove, davanti a Perin ci sono Masiello, Radovanovic e Criscito, mentre alle spalle di Shomurodov e Destro agiscono Cyzborra, Strootman, Badelj, Zajc e Zappacosta.

Un gioiello di Pellè decide Parma-Genoa al 45′

La palla gol non sfruttata da Dennis Man dopo appena dieci giri di lancette, il cui piattone mancino da ottima posizione è bloccato a terra senza troppi problemi da Mattia Perin, fa da prologo al meritato vantaggio del Parma, protagonista di un avvio sprint: è il 16′ quando Pellè riceve nel cuore dell’area genoana la sponda di testa di Kucka, si aggiusta la sfera col petto, per spedirla poi alle spalle dell’ex estremo difensore della Juventus con una splendida ed imparabile rovesciata. Il bomber della Nazionale azzurra ad Euro2016 non segnava in Italia da un Samp-Nocerina del 31 marzo 2012 e, in Serie A, da un Parma-Lecce del 18 dicembre 2011. Mentre i ragazzi di Ballardini (allenatore della Primavera degli emiliani tra il 2002 e il 2004) non trovano le forze necessarie per aggredire l’avversario e prendere in mano le redini del gioco, i padroni di casa gestiscono il possesso ed addormentano il match, sfiorando tuttavia il raddoppio al 31′ con Kurtic.

Scamacca entra e fa doppietta: Parma-Genoa 1-2

Ballardini, per nulla soddisfatto della prima frazione, lancia un segnale alla squadra: fuori Czyborra e Shomurodov, dentro Pjaca e Scamacca, con conseguente passaggio al 3-4-1-2- L’ex prodotto del vivaio di Lazio e Roma, ad un passo dalla Juve nello scorso gennaio, ringrazia il tecnico per la fiducia concessagli e lo ripaga firmando il pareggio dopo soli cinque minuti: è il 50′, infatti, quando devia alle spalle di Sepe il potente diagonale di Zappacosta. Il Genoa, tre giri di lancetta dopo aver rischiato di capitolare sul colpo di testa di Juraj Kucka, vicinissimo al gol dell’ex, colpisce i gialloblù di D’Aversa al primo vero tentativo, e si salva poi al 61′, con Karamoh che non riesce a calciare a tu per tu con Perin, e al 64′, con lo splendido riflesso dell’estremo difensore di Latina che nega a Brugman il nuovo sorpasso. Mihaila rileva Karamoh da un lato, Behrami e Biraschi per Destro e Strootman dall’altro (con conseguente ritorno al 3-5-2), ma a prendersi la scena è ancora Scamacca: il suo velo mette in moto Pjaca, pallone di ritorno di tacco e destro secco al ferro. Al 69′ il Genoa ribalta il match al Tardini. Piove sul bagnato in casa Parma, con Bani che dà forfait per un violento colpo subito in pieno volto, sostituito dall’italo-svedese Riccardo Gagliolo, e dopo l’occasionissima di Scamacca, ad un passo dalla tripletta (79′), D’Aversa si gioca anche le carte Hernani, Busi e Zirkzee in luogo di Brugman, Pezzella (ammonito, salterà la prossima) e Kurtic: la risposta degli undici in campo è immediata, ma la deviazione aerea di Dennis Man non sorprende Perin. Nel finale, Ballardini regala qualche minuto al futuro juventino Rovella (fuori Zajc).

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