Parma, D’Aversa ci crede: “Pochi margini di errore, ma possiamo ancora salvarci”

L’allenatore del Parma Roberto D’Aversa presenta così la sfida alla Roma in programma domani alle 15

Redazione Derby Derby Derby

13 marzo

Reduce da una serie di occasioni perse, in una posizione di classifica critica, il Parma affronta domani una Roma sulle ali dell’entusiasmo. L’allenatore crociato Roberto D’Aversa presenta così la sfida ai giallorossi: “Nonostante l’episodio finale della partita con la Fiorentina, ho visto una squadra motivata. Abbiamo rammarico per l’ennesima occasione persa ma sappiamo di poter raggiungere ancora il nostro obiettivo. Non possiamo permetterci altri passi falsi ma dobbiamo ragionare solo ed esclusivamente sulla prossima sfida”.

Situazione infortunati, in particolare Gervinho: “La mancanza di preparazione ha influito su tutte le squadre, non solo noi. Tutti i convocati sono ovviamente a disposizione ma bisogna poi valutare il minutaggio, vediamo in avanti che scelte fare e chi partirà dal primo minuto tra Pellè e Zirkzee. Non vogliamo alibi”. Come si affronta la Roma? “Contro le grandi sei portato a giocare con la mente più libera ma non posso dire che non abbiamo nulla da perdere, dobbiamo fare risultato. Spero che la squadra scenda in campo con lo stesso spirito dell’allenamento, non posso rimproverare nulla ai ragazzi sotto il profilo dell’impegno. Domani affrontiamo una grande squadra che giovedì ha dominato in Europa”.

Come si spiega i tanti gol presi? “Aver cambiato spesso sicuramente non ha aiutato, sono tanti i fattori che influiscono sui gol presi. Purtroppo il tempo che abbiamo a disposizione ora non ci permette di lavorare su tutto, avrei voluto lavorare con questi ragazzi dall’inizio”. Man e Mihaila? “Man può diventare un giocatore importante per il calcio italiano ma è arrivato da poco. Mihaila sta dimostrando le sue qualità, all’inizio è stato condizionato da problemi fisici“. Sul presidente Krause: “Porta serenità all’ambiente ed è il primo a crederci. Bisogna essere uniti e non parlare di chi rimane e chi va via. Se vinciamo il presidente è il primo ad essere felice perché è il nostro primo tifoso“.

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