Paratici e Pradè: direttori in scadenza di un mercato senza precedenti

Lo juventino ha commesso errori ma le sue quotazioni sono in risalita. Troppe invece le omissioni del viola. Sorridono Maldini e Sartori. Aspettando i rinnovi dei big in campo…

È il mercato più difficile di sempre, non c’erano dubbi. Una situazione testimoniata dall’aspetto più importante: in un nessun momento della storia ci sarebbero stati così tanti mostri sacri in scadenza di contratto.

Lasciamo perdere come finirà, questo è un altro paio di maniche, ma abbiamo una formazione tipo di precari che potrebbe vincere la Champions. Donnarumma in porta, Alaba e Ramos centrali, Calhanoglu alle spalle di Messi e Aguero, alcuni dei nomi più emblematici. In condizioni di normalità e a prescindere dalla carta d’identità, avrebbero dovuto rinnovare già un anno e mezzo fa. E invece siamo qui, alle prese con richieste in qualche caso altissime e anche con commissioni alle stelle. E poi c’è il mercato dei direttori in scadenza, anche quello molto significativo.

la rincorsa di paratici

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Non sono stati momenti facili per il responsabile di mercato della Juve. Paratici qualche errore lo ha commesso, dal nostro punto di vista soprattutto nella gestione della vicenda Dybala. Avrebbe dovuto prendere Haaland a prescindere da qualsiasi spiffero, non ha ingaggiato un centrocampista di vera qualità davanti alla difesa. Certo, Arthur non è stato preso per fare il regista e McKennie sta lievitando sempre più e ha altre caratteristiche, ma noi ci riferiamo a un profilo come quello rappresentato a suo tempo da Pirlo in campo. La Juve non ce l’ha, cerca qualità partendo dalle fasce e sfociando nel mare Ronaldo, ci può stare ma la coperta resta corta. A favore di Paratici gli interessi che sta riscuotendo in ritardo per Danilo (quel famigerato scambio con Cancelo non è stato poi così malvagio), la lievitazione dell’affare Chiesa, l’indiscutibile bontà dell’operazione Kulusevski destinata a pagare nel tempo. Paratici è il direttore famoso per le sue bugie di mercato e perché di solito rinnova in extremis, quando manca poco alla scadenza. Anche in questo caso siamo messi proprio così: le quotazioni rispetto a tre o quattro mesi fa sono in decisa risalita ma dipenderà come sempre dai risultati, sperando che bastino.

gli errori di pradè

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In scadenza è anche il direttore sportivo della Fiorentina, che ha collezionato omissioni di ogni tipo. La più importante: non aver indirizzato Commisso sulla scelta dell’allenatore, non avergli trasmesso il messaggio fondamentale che è inutile confermare e poi provvedere all’esonero. Da Montella a Iachini la musica non è cambiata, il progetto Fiorentina deve ancora partire, Prandelli sta cercando di salvare il salvabile ma la domanda è: sarebbe giusto andare avanti con lui che è la storia viola ma forse non può rappresentare la migliore garanzia per il futuro? Pradè sul filo anche lui: prima di Firenze doveva andare alla Samp, era fatta ma ha preferito tornare alle origini, i risultati non lo premiano. Ma c’è chi è messo peggio: l’avventura di Faggiano è finita in pochi mesi, Carli a Parma non sta incidendo, le gestione del Cagliari ha diverse lacune, il Sassuolo ha un amministratore bravo come Carnevali che fa anche il direttore.

sartori

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Alla fine chi guarda tutti dall’alto è Giovanni Sartori, che ha un rapporto abbastanza precario con Gasperini da anni, ma la macchina Atalanta è sempre in moto, sfreccia in curva e sorpassa sul rettilineo, capace di gestire serenamente anche le situazioni più complicate come quella legata al Papu. Intanto, Paolo Maldini ha risposto con i fatti ai critici in servizio permanente effettivo che avevano già bocciato a prescindere il suo lavoro. Se avesse in tasca i rinnovi dei big, sarebbe la perfezione assoluta. Ma poi scopriamo che anche Paratici è in scadenza e deve guadagnarsi il rinnovo, ulteriore conferma che la vita è cambiata anche per i direttori più celebrati e famosi.

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