Paradosso Inter: gioca di più e crea, ma in 9 turni la Juve ha recuperato 10 punti

I dati delle grandi rivali negli ultimi due mesi dicono che i nerazzurri creano e tirano molto di più (154 conclusioni a 100), però alla fine prevale il cinismo bianconero

Undici punti di vantaggio e la Supercoppa sollevata al cielo nel modo più beffardo, con Bonucci pronto ad entrare per dei rigori che Sanchez ha fatto evaporare. Il 12 gennaio l’Inter era alle stelle e la Juve in cantina. Da allora però il mondo bianconerazzurro si è ribaltato come una clessidra. Negli ultimi 9 turni di campionato, tra effetto Vlahovic e difesa blindata, Allegri ha rosicchiato ben 10 punti a Inzaghi, che dopo i buoni pareggi in trasferta contro Atalanta e Napoli si è capottato nel derby e ingolfato anche con le medio-piccole.

La Juve nel 2022 in Serie A non ha mai perso, l’Inter ha vinto soltanto con Lazio, Venezia e Salernitana. Sarebbe dunque lecito attendersi che le statistiche di campo indichino una supremazia bianconera negli ultimi due mesi e mezzo, invece…

Cinismo e “giochismo”

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Invece ne emerge un quadro sorprendente, con i campioni d’Italia che creano e tirano molto di più, che hanno il pallone spesso tra i piedi ma poi sprecano l’impossibile, in un cocktail di stanchezza, tensione e superficialità, più una mancanza di cazzimma e jella. La Juve invece lascia volentieri l’iniziativa agli altri, li annusa come un cane al parco, capisce come e quando azzannare, sicura che l’osso lo porterà a casa lei. Partiamo dalle conclusioni. Nelle ultime 9 giornate di campionato Lautaro e compagni hanno tirato 154 volte (58 nello specchio) per produrre la miseria di 11 reti. Morata e soci invece sono fermi a 100 conclusioni (39 nello specchio) per 15 gol all’attivo. Ancora più imbarazzante la statistica sulle occasioni importanti create: per quanto prodotto, l’Inter avrebbe dovuto segnare quasi 20 reti (expected goal 19,8) e invece ne sono arrivati poco più della metà, appunto 11. La Juve invece è un capolavoro di cinismo, perché per le poche volte che si è affacciata nell’area avversaria avrebbe dovuto segnare meno di 12 volte (expected goal 11,8), invece è a 15. Anche il dato del possesso palla (59% a 52,5% per Inzaghi) e dei palloni giocati (6494 a 6255) certifica che l’Inter ama fare la partita e la Juve preferisce attenderla.

Solidità difensiva

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Con questo approccio, la banda Allegri sale inevitabilmente in cattedra nelle statistiche difensive. A partire dai tiri nello specchio concessi all’avversario (29, contro i 33 dell’Inter, che però ne ha subiti meno in generale, 99 a 123), passando dai gol incassati nel parziale (5 Szczesny, 8 Handanovic), dai contrasti (162 contro 140), dai duelli (915 a 856). Che Inzaghi preferisca cercare la porta con trame più fitte mentre Allegri badi al sodo lo dimostrano anche i 510 passaggi lunghi di Locatelli e compagni contro i 456 di Brozovic (finché ha giocato…) e soci. E poi ci sono i dribbling, voce in cui l’Inter (terz’ultima in Serie A) era da retrocessione anche con Conte: 141 a 106 per la Juve. Di fatto l’unico tra i nerazzurri che salti l’uomo è Perisic. Domenica sera però ci sarà da saltare un ostacolo ben più grande.

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