Paradosso Chiesa: è l’anima della Juve, in Nazionale deve scalare posizioni. Da oggi

L’opportunità col Galles è per l’ex viola un’occasione per sovvertire le gerarchie di Mancini. Sapendo di poter portare in azzurro quella statura internazionale, costruita con una Champions da protagonista, che molti compagni ancora non hanno

Miglior giocatore della stagione della Juve, consacratosi giocatore di livello continentale al primo anno in un top club, Federico Chiesa si ritrova in Nazionale a ripartire di rincorsa da quella posizione di outsider che stride non tanto col rendimento degli azzurri, che stanno volando col vento in poppa, quanto con la stagione dell’ex viola nella prima stagione in cui ha saputo consacrarsi come un giocatore non solo di vertice per il campionato ma già capace di fare la differenza anche in un contesto internazionale. Adesso che si trova a dover riconquistare posizioni nonostante il credito che poteva vantare, l’unico strumento che ha a disposizione per sovvertire le gerarchie attuali è il campo: la possibilità di farlo è oggi, contro il Galles.

LA CONCORRENZA

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Nell’impianto di gioco di Roberto Mancini, che ha delle chiare prime scelte nel tridente con Lorenzo Insigne da una parte e Domenico Berardi dall’altra, l’esterno juventino si trova a giocarsi il posto a destra con l’attaccante del Sassuolo, che sull’onda della sua migliore stagione in carriera sembra cucito dal sarto per il sistema del c.t., soprattutto a questo livello di continuità e prestazioni. Per provare a ritagliarsi un posto al sole, complice la possibilità di mettere mano alla formazione-tipo con la qualificazione già acquisita, Chiesa ha infilato una tripletta nella partitella giocata all’indomani della partita con la Svizzera. Non che sia un test attendibile, ma racconta il suo impegno per scalare posizioni restando sul pezzo per farsi trovare pronto quando ne avrà la possibilità. Il momento è adesso.

LE CREDENZIALI

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Dalla sua, Federico Chiesa può portare il patrimonio tecnico e di fiducia di una stagione in cui al debutto in bianconero è stato l’anima e una delle poche buone notizie per la Signora, chiudendo la stagione d’esordio a Torino con un bottino da big, 14 gol e 9 assist, oltre a tutto quello a livello di atteggiamento, personalità e contributo alla squadra che non finisce nel tabellino. Ma soprattutto una delle poche cose che manca in tanti degli interpreti di questa Nazionale bella e vincente: uno spessore internazionale, acquisito da Chiesa con una stagione in Champions League vissuta da protagonista tanto più che il livello si alzava, fino ai (purtroppo per lui vani) tre gol in due partite contro il Porto, nella sua prima sfida a eliminazione sul massimo palcoscenico continentale. Galles o non Galles, un tesoro per Mancini: magari verrà buono più avanti.

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