Paquetà,da flop nel Milan a top nel Lione. E anche il Brasile lo coccola

“Homo faber fortunae suae”, dicevano i latini, “ogni uomo è artefice della propria sorte”. Lo sa bene il Milan di Stefano Pioli, che detiene il proprio destino tra le mani con l’ultima decisiva partita domenica prossima a Bergamo in ottica Champions League, ma lo sa soprattutto Lucas Paquetà, che nella sua prima stagione con la maglia del Lione in Ligue 1 ha realizzato la propria rinascita.

LA RINASCITA CON GARCIA – In salsa francese, grazie alla fiducia e all’amore dei propri compagni. “Al Milan non avevo amici”, ha dichiarato in un’intervista il brasiliano, che invece sotto l’ala protettrice di Rudi Garcia è tornato ai livelli del Flamengo. Schierato nella sua posizione più consona, quella di mezzala di tecnica e di battaglia, il classe 1997 ha disputato un campionato da protagonista, con 9 reti, di cui 2 ieri sera, e 5 assist, che hanno portato il Lione alla lotta per la qualificazione alla prossima Champions League, distante un punto, e a giocarsi il titolo di campione di Francia fino all’ultimo.

CEDUTO DAL MILAN PER 20 MLN, VIA L’ETICHETTA DI NUOVO KAKA’ – Un diamante grezzo che ha finalmente trovato la propria dimensione. Venduto dal Milan per 20 milioni di euro per poter recuperare i quasi 40 milioni spesi all’inizio del 2019 da Leonardo per prelevarlo dal Flamengo, Paquetá ha ritrovato il timing da titolare e si è scucito di dosso i galloni di nuovo Kakà, che lo avevano pesantemente condizionato nella sua avventura al Milan.

LA TIGRE DI LIONE E LE PAROLE DI JUNINHO –  “La tigre di Lione”, come lo ha soprannominato l’Equipe, rientrerà nella Top XI della stagione di Ligue 1. Da giocatore lento, leggero e lezioso è diventato un centrocampista moderno che fa dell’aggressività e della voglia di riconquistare più palloni possibili la propria prerogativa: nel 4-3-3 di Garcia è tornato ad esaltarsi, grazie alla fiducia riposta in lui dal ds Juninho Pernambucano, che al suo arrivo lo ha instradato “una grande squadra è sempre costruita intorno a un grande centrocampista”.

I TRE NUMERI 10 E IL TOP NELLE CLASSIFICHE DI RENDIMENTO – Assieme a Thiago Mendes e Aouar, “tre numeri 10 che sanno trattare il pallone con i guanti, Paquetà ha dimostrato di essere un giocatore universale, che per diventare definitivamente un top ha forse bisogno di un ultimo step dal punto di vista della mentalità dei grandi palcoscenici. Ne avrà occasione con la maglia del Brasile, visto che Tite lo ha chiamato per le gare di qualificazione al Mondiale. Il 24enne è inoltre ai primi posti della classifica degli Expected Assist prodotti su azione: settimo, per la precisione, con 0.25 per 90 minuti, ma anche in quella dei recuperi palla offensivi aggiustati per possesso, sesto, con 3.1 per 90 minuti.

L’IMPATTO CON GATTUSO, L’ADDIO CON PIOLI –  Capace di stupire, come nei primi sei mesi con Gattuso per rapidità di adattamento al calcio italiano, dimostrandosi subito pronto per la Serie A. Prima dell’arrivo di Giampaolo e Pioli, il cui tipo di gioco non era adatto alle caratteristiche del brasiliano. Paquetà ha preso dunque la propria strada e un anno dopo è stato artefice del proprio successo. 

@AleDigio89

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