Panchina Napoli, scatto Benitez e Gasperini: tutte le piste di De Laurentiis

Rafa ha il vantaggio di conoscere l’ambiente, il tecnico dell’Atalanta è un vecchio pallino. Apprezzati anche i profili di Italiano e Thiago Motta, poi ci sono i sogni…

Silenzi che valgono più di mille parole. Perché quelle dette dai diretti interessati, in questo periodo, non bastano affatto a riempire un vuoto dettato dall’attesa. Almeno su questo Aurelio De Laurentiis e Luciano Spalletti sono d’accordo. La decisione unanime è stata presa durante la cena di venerdì 12 maggio, quella che il presidente ha definito di “amicizia” e “ringraziamento”. Espressioni che sanno più di addio che di conferma. La fase di stallo apparente proseguirà fino al termine della stagione, il momento ritenuto più opportuno per annunciare la separazione. Nessuno vuole appesantire i giorni che restano, prima della premiazione dei campioni d’Italia e dell’ultima delle feste in programma per celebrare il terzo scudetto, anche a costo di trascinarsi lentamente verso la fine di un rapporto ormai logoro. Napoli dovrà convivere con sensazioni contrastanti, per le prossime due settimane. Da un lato una gioia ancora vivida per lo storico traguardo, che la città mantiene accesa tra l’azzurro delle strade, dove si stagliano le gigantografie degli eroi. Dall’altro la delusione di dover salutare uno dei principali artefici dell’impresa, per certi aspetti il più rappresentativo. Spalletti si è calato fin dal primo giorno a Castel Volturno negli ideali della napoletanità, li ha fatti suoi. Per dirla alla maniera di Luciano De Crescenzo, è arrivato come uomo di libertà, solitario e metodico, e si è riscoperto uomo d’amore, uno di quelli che preferisce vivere abbracciato agli altri.

Domani

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Il futuro del Napoli è foriero di incognite. De Laurentiis, insieme allo stato maggiore del club, dovrà muoversi concretamente per andare alla ricerca di un nuovo allenatore. Il tutto in attesa di conoscere il destino di Cristiano Giuntoli, corteggiato dalla Juventus. Proprio come farebbe il suo direttore sportivo, il presidente sta valutando in modo accorto tutte le soluzioni, più o meno percorribili. La tentazione più forte riguarda Rafa Benitez. Esperto di modelli vincenti, non solo ha arricchito il palmares ma anche guidato una transizione ideologica verso la dimensione internazionale che con questa proprietà il Napoli non aveva mai avuto prima. Un aspetto così importante, nell’analisi dell’evoluzione della società, che ha creato un forte legame di stima tra il tecnico e De Laurentiis. Si mantengono in contatto e si confrontano, la prospettiva di consegnargli una rosa ben più competitiva rispetto a dieci anni fa intriga il presidente. A proposito di ritorni di fiamma, uno riguarda Gian Piero Gasperini. Nel 2012 il suo insediamento sembrava cosa fatta, dopo un incontro proficuo, poi subentrò a sorpresa la scelta di continuare con Mazzarri. I presupposti ora sono diversi, il momento potrebbe essere quello giusto. Il profilo è compatibile con la strategia aziendale, si dovrebbe soltanto superare qualche perplessità di natura tattica, perché il Napoli attuale non è costruito per giocare con la difesa a tre.

Realtà

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I desideri però non possono distogliere dalla realtà. De Laurentiis è un uomo pragmatico, ha plasmato la squadra proprio seguendo questo tipo di istinto, nel bene e nel male. Vincenzo Italiano è particolarmente apprezzato, soprattutto per com’è stato in grado di guidare la Fiorentina alla finale di una competizione europea. Propone un calcio moderno, ha un ingaggio perfettamente in linea con il budget individuale fissato ad un massimo di 3,5 milioni netti annui per il tecnico e la maggior parte dei calciatori. È una sfida ambiziosa, ma suggestiva. Sempre secondo una logica simile, nelle ultime ore ha preso quota il nome di Thiago Motta. Il lavoro svolto al Bologna non è passato inosservato, soprattutto in Francia dov’è oggetto di valutazione per Psg e Nizza. Le altre strade non sembrano percorribili per questioni finanziarie. Antonio Conte (così come Jurgen Klopp) è un sogno proibito e proibitivo, considerando che al Tottenham percepiva 12 milioni. Un importo analogo sarebbe necessario per strappare Roberto De Zerbi al Brighton, pagando la clausola risolutoria, ma il tecnico, dopo aver centrato un’incredibile qualificazione in Europa League, non ha alcun interesse a lasciare la Premier. Da non sottovalutare la voce del popolo, come accadde dopo la rottura con Sarri, quando De Laurentiis si rivolse a Carlo Ancelotti. Il colpo di scena, per chi fa cinema da una vita, è sempre dietro l’angolo.

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