Palermo, un'intera città diventata squadra

Il Palermo che risale dalla C alla B è una notizia. Che la promozione sia avvenuta a furor di popolo è LA notizia. I playoff più spettacolari e emozionanti di sempre hanno portato al “Barbera” per quattro volte – con Triestina, Entella, Feralpi e Padova – 35.000 spettatori, tanti quanti non ne richiamò stabilmente la Serie A. Un miracolo, ho sentito dire. No, un’impresa voluta e realizzata da un tecnico, Silvio Baldini, che lascia e affida al futuro un Credo insolito: non scelte tecniche e tattiche magistrali, pur appartenenti alla sua lunga esperienza e bravura ammirate anche dai Maghi consacrati (ho sentito Fabio Capello salutarlo con ammirazione) ma un progetto affidato a straordinarie risorse umane.  

Baldini ha prima costruito un gruppo di fedelissimi legati da forte solidarietà, poi ha trasformato in squadra un’intera città che dalla drammatica caduta in Serie D e fino a un mese fa aveva disertato lo stadio amico, castigata nell’orgoglio, ferita nella passione. Baldini in pratica ha ripetuto il gesto di Mourinho quando lo Specialone ha invitato Roma, non solo i romanisti, a giocare la partita di Coppa contro il Leicester: gli risposero in 70.000, trasformando l’Olimpico in un vulcano amoroso. A quel popolo Mou mandò un messaggio straordinario: «Se avremo 70.000 spettatori, non avrà alcun significato. Se avremo 70.000 che vorranno giocare con noi, la storia è un’altra. Non venite allo stadio a vedere la partita, venite a giocarla». La Roma battè il Leicester, guadagnò la finale di Tirana, la vinse e Mou parlò di una «vittoria di famiglia, di tutta la famiglia Roma». 

Cito il portoghese perché la sua impresa ha avuto un grande riscontro mediatico. Ma nelle stesse ore Baldini ha fatto dippiù, scongelando Palermo nella partita che a mio avviso è stata la chiave dei playoff, con i rosanero incerti, quasi timorosi della Triestina, prima apparentemente destinati alla débacle poi a furor di popolo avviati agli scontri vittoriosi con Entella, Feralpi e Padova. Baldini non mago ma illuminato guru che alla saggezza tattica ha unito grande lavoro sul campo e sugli uomini che alla vigilia di Natale, tornando a Palermo dopo 18 anni e un esonero doloroso, aveva trovato sfiduciati e disuniti. Sono risorti, guidati da un bomber prodigioso, il “brasiliano” Matteo Brunori, autore di una trentina di gol. Un capofamiglia cui è stato concesso di andare a nozze con la sua Dalila quarantott’ore prima della finalissima, per poi regalarsi insieme ai compagni, al mister e alla città intera la promozione in B. Grande Palermo, grande campionato, Lega Pro da applausi. 

Palermo in festa tutta la notte per la Serie B FOTO

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