Pacheco, parate per un record: Alaves in finale di Coppa del Re dopo 96 anni

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Pacheco, parate per un record: Alaves in finale di Coppa del Re dopo 96 anni

Proviene dalla scuola del Real Madrid, ha 24 anni ed è stato decisivo nella semifinale con il Celta Vigo. Fu lanciato in passato da Carlo Ancelotti.

ROMA – L’evento è stato celebrato con sciarpe e bandiere nelle strade e nelle piazze di Vitoria-Gasteiz, comunità autonoma dei Paesi Baschi, 50 chilometri da Bilbao e quasi 250.00 abitanti, la città con i palazzi rinascimentali e con quarantadue parchi, la più verde della Spagna. Il Deportivo Alaves si è guadagnato mercoledì sera, per la prima volta nella sua storia, l’ingresso alla finale di Coppa del Re. Traguardo raggiunto dopo quasi un secolo: un’attesa di 96 anni. “Grandioso Alaves”, ecco il titolo del giornale spagnolo “Marca” in copertina. Il club biancazzurro, che ha eliminato il Celta, sta vivendo un periodo ricco di gratificazioni: nella scorsa estate ha festeggiato la promozione nella Liga, è tornato nel calcio dei big dopo undici anni e il 27 maggio affronterà in Coppa del Re il Barcellona, che ha eliminato in semifinale l’Atletico Madrid e che oggi hanno rifilato in campionato sei gol al Deportivo Alaves (doppietta di Suarez, magie di Messi, Rakitic, Neymar e autorete di Alexis). 

IL TECNICO ARGENTINO – Appuntamento con la storia: la scalata del Deportivo Alaves è stata paragonata a quella del Leicester, che nel 2016 è riuscito a vincere la Premier League. Il tecnico Mauricio Pellegrino, passaporto argentino, ex difensore centrale, ingaggiato alla fine di giugno al posto di José Bordalas dopo tre esperienze in panchina con il Valencia, l’Estudiantes e l’Independiente, può entrare adesso nella leggenda come è capitato a Claudio Ranieri. Il Deportivo Alaves, che gioca allo stadio Mendizorroza ed è stato fondato nel 1921, non ha mai vinto trofei. Sfiorò però la Coppa Uefa nel 2001, persa in modo rocambolesco tra rimpianti e rimorsi: la finale con il Liverpool di Michael Owen e Steven Gerrard, infatti, terminò 4-5. L’Alaves, in quel periodo, era allenato dallo spagnolo José Manuel Esnal: al centro della difesa schierava il danese Dan Eggen, il mediano-regista era il serbo Ivan Tomic (solo 15 presenze in campionato con la Roma tra il 1998 e il 2003), l’ala destra era Jordi Cruyff (figlio del mitico Johan) e il centravanti era Javi Moreno (solo due gol in sedici gare con il Milan nella stagione 2001-02). La sfida si concluse ai supplementari e l’Alaves fu condannato a tre minuti dalla fine da un autogol del centrale Geli.

LA SCALATA – Ha raggiunto a sorpresa la finale della Coppa del Re, vinta per 28 volte dal Barcellona, che detiene il record in questo torneo. Un’avventura cominciata il primo dicembre contro il Gimnastic di Tarragona. Poi ha eliminato il Deportivo La Coruña, l’Alcorcon e il Celta Vigo: a fare la differenza, nella semifinale di ritorno, dopo il pareggio dell’andata (0-0), è stato un gol dell’ala sinistra Edgar Mendez, classe 1991, entrato in campo al 79’ al posto di Gaikza Toquero e pronto a lasciare il segno dopo tre minuti. L’Alaves è stato costruito con un 4-2-3-1 da Mauricio Pellegrino, 45 anni, che conosce a fondo la Liga per averla frequentata da giocatore per otto stagioni: il Barcellona lo prese dal Velez Sarsfield, ma la sua carriera si sviluppò soprattutto nel Valencia, in attesa di terminarla proprio nell’Alaves (14 presenze nel campionato 2005-06).

LA STRUTTURA – Squadra compatta, robusta, ordinata, ventisette punti in ventidue giornate di campionato, dodicesimo posto in classifica: Pellegrino ha creato le basi giuste per centrare la salvezza. Nel suo 4-2-3-1 sta maturando anche un giovane gioiello che proviene dal vivaio del Real Madrid: si chiama Marcos Llorente, è un mediano, ha ventidue anni e il club basco lo ha ingaggiato con la formula del prestito fino a giugno. Gioca davanti alla difesa: Marcos Llorente è un centrocampista completo, dirige il traffico, detta i tempi della manovra, si muove con personalità e sogna di ricevere un’opportunità in futuro da Zinedine Zidane, che lo ha visto crescere e farsi largo nel Castilla. Ha giocato in passato nella Spagna Under 19 e Under 21. E’ nato a Madrid il 30 gennaio del 1995, è alto un metro e 83. E’ il pronipote dell’ala sinistra Francisco Gento (12 scudetti con il Real). Ha disputato diciannove partite in campionato e cinque in Coppa del Re con la maglia numero 6 del Deportivo Alaves.

IL PORTIERE – Marcos Llorente non è l’unico pilastro dell’Alaves che può vantare un passato nel Real. Tra i segreti della squadra di Pellegrino c’è anche il portiere Fernando Pacheco, pronto a fare la differenza in diverse occasioni in campionato e nella doppia semifinale di Coppa del Re con il Celta Vigo: decisiva, nella partita di ritorno (1-0), una sua parata sul centravanti Iago Aspas. Ha 24 anni, è nato a Badajoz il 18 maggio del 1992, è alto un metro e 86: presa plastica, grandi riflessi, senso della posizione, sicurezza nelle uscite, capacità di guidare i movimenti dei compagni di reparto. Carlo Ancelotti lo utilizzò nel suo Real il 2 dicembre del 2014, in occasione del quarto turno della Coppa del Re (4-0 con il Cornellà). Pacheco era stato già utilizzato per otto minuti nello stesso torneo, alla fine del 2011, da José Mouinho durante la gara con la Ponferradina (5-1). Nel 2015 è sbarcato all’Alaves contribuendo subito alla promozione nella Liga. Ha un contratto fino al 2020, lo ha prolungato tre giorni fa, dopo gli applausi in Coppa del Re. Pacheco viene seguito dalla stessa scuderia di manager (“Bahia Internacional”) che si occupa di Javi Martinez del Bayern Monaco e di Fernando Torres dell’Atletico Madrid.

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