Ottanta voglia di Mou: la Roma ha investito per il suo Special One

Tanti i milioni di euro spesi dai Friedkin per accontentare il portoghese: Da Rui Patricio a Vina, da Shomurodov ad Abraham

31 agosto – Milano

Non nascondiamolo, il primo, vero acquisto della Roma per la stagione che verrà non sarà chiamato a scendere in campo, eppure il suo peso specifico, probabilmente, è superiore a quello di tutti gli altri. Si chiama José Mourinho e, proprio seguendo le sue indicazioni, la famiglia Friedkin si è mossa investendo oltre 80 milioni di euro (addirittura quasi un centinaio, se si considerano i riscatti prefissati di Ibanez e Reynold) per portare a Trigoria un rosario di acquisti che ha soddisfatto lo Special One.

Tenendo conto del bilancio in sofferenza del club (oltre trecento milioni i debiti, intorno ai 150 milioni le perdite), uno sforzo molto importante, scaglionato negli anni e propiziato dallo stop del fair play finanziario, che ha senz’altro fatto sorridere il portoghese. Ciò nonostante ha tenuto a sottolineare due concetti: la mancanza di un po’ di esperienza in mediana e il fatto che, comunque, in Serie A ci sono rose più ricche rispetto a quella della Roma. Il vantaggio, però, è che l’allenatore non è chiamato a vincere a tutti i costi, ma a riportare la società in Champions League. Poi però, com’è noto, l’appetito vien mangiando.

Gli arrivi

—  

Per ristrutturare la difesa il primo tassello è stato il portiere. Il 33enne Rui Patricio sta già dimostrando di valere i circa 11,5 milioni (più 2,5 di bonus) pagati al Wolverhampton per averlo. La difesa, però, ha dovuto affrontare l’emergenza dell’infortunio di Spinazzola, a cui è stato fatto fronte acquistando il terzino sinistro Vina del Palmeiras, costato 10 milioni più 3 di bonus. E anche qui, se il buon giorno si vede dal mattino, l’investimento è stato saggio, anche perché il ragazzo ha 23 anni. Dove si è puntato forte, però, è stato in attacco.

Quando Mourinho credeva di poter contare ancora su Dzeko, lo sforzo economico è stato fatto per Shomurodov, 26 anni, pagato al Genoa 17,5 milioni, più 2,5 di bonus. Con l’addio repentino del bosniaco, però, occorreva dare una risposta forte in temi rapidi, ed è stato fatto, acquistando dal Chelsea un potenziale “crac” come Abraham, 23 anni, per cui sono stati spesi 40 milioni più 2 di bonus, dando però al club londinese un diritto di riacquisto, nel 2023, pari a 80 milioni.

Morale: a eccezione del portiere, si è scelto di puntare sui giovani di grande talento, restando con l’unica malinconia del mancato accordo per Xhaka o un suo omologo – centrocampista d’ordine esperto e forte fisicamente – che non è stato possibile acquistare per le mancate uscite in quel reparto, segnatamente quelle di Diawara e Villar.

Le cessioni

—  

Come in tutta Europa, per il general manager Tiago Pinto vendere è stato estremamente complicato. Dei tanti ritorni, i più importanti sono stati piazzati, ma quasi sempre in prestito, secco oppure oneroso con diritto di riscatto. Se si eccettua Under al Marsiglia (0,5 più 8,4 milioni per la cessione a titolo definitivo), non è detto che tutti gli altri non tornino alla base. Parliamo di Pau Lopez (Marsiglia), Kluivert (Nizza), Florenzi (Milan), che hanno portato per il momento “solo” 2,72 milioni sicuri e 30,5 milioni potenziali. Prestito con diritto di riscatto (a 3,5 milioni), anche per Olsen (Sheffield).

Cessione gratuita, invece per Dzeko (Inter) e Pedro (Lazio). Da notare come, per quanto riguarda gli ultimi due più Florenzi, le cessioni sono state fatte a delle dirette concorrenti, scegliendo quindi la strada del margine di rischio sul fronte rimpianti. Se per Pastore la rescissione con buonuscita è andata in porto (3,5 milioni netti all’argentino, ma 8 milioni circa risparmiati dal club al lordo), per Nzonzi, Santon e Fazio – che pure non si allenano in gruppo – questo non è stato possibile perché non c’è stato l’accordo sulla buonuscita.

Anzi, il difensore argentino ha deciso di dare mandato ai legali per studiare la regolarità delle decisioni del club. Che cosa succederà adesso? Visto che hanno rifiutato tutto, la dirigenza è molto irritata dalla linea del terzetto e così, se nei prossimi giorni non sarà possibile piazzarli in mercati ancora aperti (Russia, Messico, Emirati), la decisione è quella di non reintegrarli. Per il momento, infatti, non vuole parlare più di buonuscite. Titoli di coda: sulla carta il bilancio della Roma, fra entrate e uscite, sembra positivo. E se Mourinho è soddisfatto, non ci sarà nessuno che oserà dire il contrario.

Precedente Ritorni, riscatti, volti nuovi: da Maignan a Giroud, ora è un Milan alla francese Successivo Venezia, ufficiale Ampadu dal Chelsea