Origi, guai (finalmente) alle spalle? Pioli ritrova il vero vice Giroud

Fino a questo momento il belga ha salto per vari infortuni un terzo delle partite. Obiettivo: averlo al cento per cento per il primo round di Champions, che Divock conosce bene…

dal nostro inviato Marco Pasotto

13 gennaio – Milanello (Va)

Una su tre. Ovvero otto su ventiquattro. Il bilancio della prima metà stagione di Divock Origi è fatto di lacrime e sangue. Per il diretto interessato, che fin qui in rossonero ha avuto la consistenza più o meno di un ologramma. E, di rimbalzo, per il club, che ha puntato forte su di lui in modo da avere un’alternativa di primo livello a Giroud e invece fin qui si è ritrovato un tesserato da 4 milioni netti a stagione che ha messo a referto un gol e un assist in 505 minuti complessivi trascorsi in campo. Ovvero 14 presenze, di cui però soltanto 4 da titolare.

Continuità

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Il saldo, insomma, al momento è ampiamente negativo, anche se adesso si profila all’orizzonte l’ennesima potenziale svolta. Divock infatti, dopo l’ennesimo malanno stagionale, è pronto per rimettersi a disposizione di Pioli. Che si è trovato nella scomoda posizione di dover piazzare De Ketelaere centravanti dal momento che oltre a Origi, è mancato all’appello contemporaneamente anche Rebic. Oltre, ovviamente, al lungodegente Ibra. Origi torna, e occorrerà vedere “come” torna. La continuità è essenziale per un giocatore che era arrivato malconcio già in estate dal Liverpool. Con il peso di un infortunio muscolare che gli aveva fatto saltare la finale di Champions col Real. E, con il successivo fardello di una preparazione estiva a dir poco limitata.

Infermeria

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Tutti problemi che si sono visti chiaramente quando Pioli ha iniziato a chiamare in causa il belga. Nella trasferta di Verona di metà ottobre, per esempio, aveva dato confortanti segnali di vita, ma poi lo smalto era stato rosicchiato via col passare delle settimane. Un altro squillo, importante, era stato il gol al Monza. Un siluro di destro da fuori area che aveva ricordato – per chi magari ha la memoria corta – ciò di cui è capace Divock con la palla fra i piedi. Ma sono stati tanti, troppi, gli intermezzi in infermeria che non gli hanno praticamente mai permesso di entrare davvero in condizione. Prima un’infiammazione al tendine della coscia – in due puntate –, poi un risentimento al flessore. Salute cagionevole insomma, in uno sgradevole tandem accanto a Rebic. Ora, una nuova rinascita, cosa utile soprattutto osservando il calendario rossonero del prossimo mese e mezzo. Obiettivo finale? Averlo in forma ottimale per il primo round con il Tottenham: Divock di Inghilterra e di Champions si intende discretamente.

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