Ore 12, parla Messi: l’ultima conferenza di Leo da casa Barça

Leo ha appena concluso la conferenza all’interno della sala stampa del Camp Nou per l’addio al club catalano

Dal nostro inviato Filippo Maria Ricci

8 agosto – Barcellona

“Nessuno mi ha ingannato e viceversa”

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“Sono stato trasparente, sempre e con tutti. E nessuno mi ha ingannato”.

“Dimezzato lo stipendio”

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“Mi sono abbassato l’ingaggio del 50% e mi sono allungato il contratto, ma non è bastato. Qualcuno ha detto che il club mi aveva chiesto un ulteriore sconto del 30%, ma non è vero”.

“Ci manca qualche Champions…”

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“Mi resta il rimpianto di non aver vinto più Champions. Cercherò di vincerne e raggiungere Dani Alves che ho avuto come compagno. Un vincente nato e cercherò di raggiungerlo”.

“Ho fatto il possibile per restare”

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“Ho fatto tutto il possibile per restare, ma non è stato sufficiente”.

“Rinnovo? Non si poteva”

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“Il presidente ha detto che non poteva fare il mio rinnovo, non sarebbe stato possibile per i parametri della Liga. Ora devo pensare al mio futuro”.

“Continuerò fino a quando potrò”

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“Non so quanto giocherà ancora, dipende anche dal fisico. Grazie a Dio non ho avuto infortuni gravi in carriera. Spero di poter competere a lungo”.

“La foto a Ibiza con gli amici del Psg…”

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“La foto a Ibiza con i giocatori del Psg è stata una causalità, un momento che abbiamo condiviso. Quasi uno scherzo. Chiaro che se poi vado a Parigi tutto prende un’altra piega. Ma era una semplice foto tra amici”.

“Sono un vincente”

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“Voglio continuare a competere a livelli alti per provare a vincere tutto. Sono un vincente e lotto sempre. Non mi si può rimproverare nulla”.

“Una secchiata d’acqua fredda”

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“Gli ultimi tre-quattro giorni sono stati come una secchiata d’acqua fredda. Le cose miglioreranno poco alla volta”.

“Niente da dire a Tebas”

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“Non ho nulla da dire a Tebas. Non conosco i dettagli, non ho alcun problema con lui”.

“Mai false speranze”

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“Tutti eravamo sicuri che l’accordo si sarebbe trovato. Non è andato così, ma non ci sono mai state false speranze”.

“Disposto a tutto per questa gente”

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“Chiaro che penso a un omaggio futuro con il Camp Nou pieno. Per questa gente sono disposto a tutto”.

“Dopo le elezioni pensavo di restare”

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“Dopo le elezioni andai a cena col nuovo presidente ed ero abbastanza sicuro che sarei rimasto. Poi è successo quello che è successo e non sono potuto restare”.

“La gente del Barça si abituerà senza di me”

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“Il Barcellona ha una grand erosa. All’inizio sarà strano, sarà difficile, ma la gente si abituerà alla squadra senza di me”

“Sono triste, non volevo andarmene”

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“Non me l’aspettavo, ho sempre detto la verità. Un anno fa volevo andarmene e oggi no. Per questo sono triste”.

“Il momento più duro della mia carriera”

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“E’ questo il momento più complicato della mia carriera. Ne ho avuti tanti, ho perso tante partite. Ma ho sempre avuto la possibilità di ricominciare per rialzarmi. Qui si chiude una storia e se ne apre un’altra.

“Il Psg è una possibilità”

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“Il Psg è una possibilità ma sinceramente non ho chiuso niente con nessuno. E’ vero che quando è uscito il comunicato del Barcellona in molti mi hanno chiamato. Ma niente è chiuso anche se è vero che stiamo parlando (col Psg, ndr).

“Volevo rimanere e il Barça tenermi”

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“Sia io sia il club avevamo la stessa linea: continuare. Sto lasciando il club della mia vita e la mia vita cambierà completamente. Riparto da zero, è un grande cambio per tutti noi. Ma bisogna accettarlo e assimilarlo”.

“Laporta mi ha detto che non si è potuto rinnovare”

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Dopo un lunghissimo applauso e altre lacrime, iniziano le domande. “Titoli, gol, momenti: molto difficile scegliere ma mi porto dentro il mio debutto con questa maglia se devo sceglierne uno. Quando sono tornato dalle vacanze il presidente Laporta mi ha detto che era tutto pronto per il rinnovo, ma che non era possibile per questioni le gate alla Liga”.

“Mi sono mancati i tifosi”

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“Mi dispiace non poter salutare in mezzo al campo con la gente che tifa Barcellona. Dispiace non ascoltare l’ultima ovazione. Mi manca l’affetto e il calore della gente. Ma non c’è molto da dire, così vanno le cose in questo momento. Spero di tornare per continuare a far sì che questa società sia la migliore del mondo”. E partono gli applausi.

“Spero che resti di me l’umiltà”

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“Spero che di me resti l’umiltà e il rispetto. Ho vissuto tantissime cose meravigliose e anche qualcuna negativa, ma mi hanno fatto crescere e diventare la persona che sono oggi. Mi sono sentito parte di questo club e di questa maglia dal primo all’ultimo giorno”.

“Torneremo”

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“Volevamo continuare a fare questa vita, sono arrivato piccolissimo. Sono sicuro che torneremo perché questa è casa nostra e l’ho promesso ai miei bimbi”.

Ore 12.05, entra Leo

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Messi in lacrime subito al microfono. Voce rotta, Leo cerca di prendere fiato.

“Per me è difficile”

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“Non sono pronto a questo. Ho pensato a cosa dire, ma non mi è venuto in mente nulla. Non me lo aspettavo, un anno fa sapevo cosa fare, emntre ora ero convinto di restare”.

Tutto pronto nella sala stampa del Camp Nou per l’ultima conferenza di Leo Messi targata blaugrana. Un blaugrana “sbiadito” dal 30 giugno e ormai non più ri-colorabile. Qualche tifoso fuori dai cancelli c’è, ma tutto nel rispetto delle norme anti Covid, come all’interno, nella sala stampa “Auditori 1899”. La quale, invece, è stracolma. Le richieste arrivate al club sono state quattro volte i posti disponibili.

La collezione di trofei

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Dentro bisogna far posto a familiari e compagni. Il tecnico Ronald Koeman è già entrato e ha guardato da lontano l’imponente collezione di trofei esposta alla sinistra del palco: 35 pezzi d’argenteria conquistati dal Barcellona nelle ultime 16 stagioni, tra cui 10 Liga e 4 Champions. Prima dell’avvento dell’era Messi il Barça aveva una sola Champions in bacheca, conquistata nel 1992.

I compagni

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I primi a entrare nella sala sono stati Piqué, Ter Stegen e Sergi Roberto, ma ci sono tutti i compagni. Si chiude un’era gloriosa iniziata con un viaggio della speranza iniziato da Rosario nel settembre del 2000. Leo era un bambino 13enne che faticava a crescere. Restò diverse settimane in attesa a Barcellona. Poi al padre diedero un contratto firmato su un tovagliolo di carta. Nel marzo 2001 il primo cartellino e il primo infortunio. Nel 2003 il primo contratto, fino al decimo firmato nel 2017, un accordo quadriennale che secondo quanto rivelato da El Mundo poteva arrivare a raggiungere (vincendo tutto) la mostruosa cifra di 555 milioni di euro lordi. In prima fila i quattro capitani: Busquets,, che erediterà la fascia da Leo, poi Piqué, Sergi Roberto e Jordi Alba. Tutti canterani, come Messi. Piqué ha iniziato a giocare con Leo da subito, a 13 anni. Con loro in una squadra che vinse tutto c’era anche Cesc Fabregas. Vicino a Busquets si è seduto Koeman. Hanno raggiunto il gruppo pure gli ex Xavi e Puyol.

Laporta e la famiglia

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Laporta e poco dopo la moglie Antonela e i tre figli, Thiago, Mateo e Ciro si sono seduti in prima fila.

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