Il caso Douala, sedicenne sconosciuto convocato dal Camerun, è solo l’ultimo ad alzare un polverone: da certe dichiarazioni di Eto’o a intere squadre mandate a casa dopo esami, viaggio in un tema su cui non si è mai indagato fino in fondo
10 gennaio – 11:28 – madrid
La polemica sull’età vera e presunta dei calciatori africani è viva da decenni. Ogni tanto la fiamma si ravviva. È successo di nuovo in questi giorni, quando Rigobert Song tra i 27 convocati del Camerun per la Coppa d’Africa che parte sabato ha inserito, tra la sorpresa generale, Wilfried Nathan Douala, apparentemente con due elle anche se l’omonima città si scrive con una e in alcuni casi il giocatore appare come Douala. La scelta ha portato a due considerazioni immediate. La prima, tecnica: il ragazzo è sconosciuto. La seconda, anagrafica: il ragazzo è il più giovane convocato tra i 630 della Coppa, visto che è nato il 15 giugno del 2006 e quindi non ha ancora 17 anni. Non ha mai giocato in nazionale ed è tesserato per il Victoria United, forza emergente del calcio camerunese, club guidato dal vulcanico presidente Valentine Nkwaine. Che è un grande amico del presidente federale Samuel Eto’o, e alcune telefonate tra i due, con Eto’o che prometteva favori al Victoria United, poi puntualmente arrivati, hanno portato all’apertura di un’inchiesta, uno dei tanti problemi che stanno caratterizzando l’agitato mandato presidenziale dell’ex interista.