Oltre Locatelli: da Ramsey a Rabiot e Pogba, rimpianti e sogni del centrocampo Juve

Il reparto bianconero più travagliato dell’ultima stagione è quello che sta dando più risposte a Euro2020, tra chi ha deluso, chi può restare, chi può arrivare e chi è resta una suggestione sempre stuzzicante

La lingua batte dove il dente duole, e i dolori dell’ultima Juve sono stati soprattutto lì, in mezzo, all’altezza della cintura. E questo Europeo sta dando grandi risposte alla Juve sul centrocampo. Visto da Torino è un viaggio tra rimpianti e auspici, sofferenze passate e speranze future, attorno alle prestazioni di chi il bianconero lo veste, di chi l’ha vestito e di chi lo potrebbe vestire. Dopo una stagione più che travagliata, è proprio da questo reparto che arrivano dall’Europeo le più grandi fibrillazioni per la Juve anche nell’ottica della stagione che verrà, attorno al rendimento sopra le righe di chi è destinato a partire (Ramsey), di chi è in dubbio (Rabiot), di chi è l’obiettivo (Locatelli) e di chi è la grande suggestione (Pogba). Ammettendo che oggi questo reparto sta funzionando meglio fuori la Juve (in nazionale), di quanto abbia funzionato in stagione dentro la Juve.

LOCATELLI CONTRO RAMSEY

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Campo centrale Manuel Locatelli e la sua affermazione a livello internazionale con la doppietta alla Svizzera al culmine delle prestazioni azzurre che potrebbe complicare la strada – o almeno le condizioni economiche – per portarlo alla Continassa: la sua valutazione si sta gonfiando. Ma il regista del Sassuolo non è l’unico motivo di interesse bianconero in un girone, quello dell’Italia, che si chiuderà incrociando la strada con il Galles e dunque con Aaron Ramsey. Che certo in nazionale gioca più libero o comunque con più licenze perché ne è un elemento di punta. Ma più che per motivi tecnici (certo in bianconero ci si aspettava di più da lui in termini di prestazioni e personalità) Ramsey si trasforma non perché ha la maglia del Galles ma perché sta meglio: cosa successa di rado nell’ultimo paio d’anni anche con la propria nazionale, con tanto di polemiche in patria per le frequenti indisponibilità, ma soprattutto le condizioni fisiche precarie sono state indubbiamente un fattore decisivo nel minarne la continuità nel biennio bianconero. La Juve se lo gode, non tanto per rilanciarlo quanto per sfruttare una vetrina che negli auspici ne rilanci un valore di mercato fin qui apparentemente circoscritto all’interesse di West Ham e Crystal Palace a cui paiono essersi aggiunti scenari di ritorno all’Arsenal.

RABIOT… E POGBA

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La partita tra Francia e Germania ha messo in scena sul massimo palcoscenico continentale, il primo vero big match dell’Europeo, il potenziale di Adrien Rabiot che in bianconero si è visto solo a sprazzi, a volte abbaglianti, e per lo più nei finali di stagione (con Pirlo, come con Sarri). Dipende dal ruolo e dipende dai compagni che ha attorno, ma l’ex Psg ha confermato sul campo di essere un giocatore da questi livelli. Per questo, seppur bisognoso di un po’ di cura-Allegri, Rabiot è considerato un pezzo della Juve del futuro. Aperti alla possibilità che le strade del mercato possano metterlo in mostra al punto da valutarne l’opportunità di plusvalenza. Il ruolo in nazionale, quello di mezzala nel 4-3-3 di Deschamps, assomiglia tanto allo schieramento base (ma non l’unico) di Max Allegri. I compagni, che certo aiutano il compito, sono un certo Kanté, figura che per caratteristiche (al di là del livello tecnico) nella Juve di oggi e di ieri non esiste, e tal Paul Pogba. La stella dello United, gigantesco contro la Germania, ben noto a Torino, è la suggestione di mercato soprattutto nello scenario di uno scambio con Cristiano Ronaldo. Di cui, si sa, si parlerà a fine Europeo. Intanto sono le settimane delle fibrillazioni in tv, sul centrocampo che è stato, che è e che sarà.

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