Nzola all’inferno e ritorno: ora lo Spezia si gode il suo Lukaku

Nella scorsa stagione s’era perso, con Motta non c’era feeling. Tutt’altra storia adesso: doppietta in Coppa Italia e gol-partita all’Empoli. Gotti se lo coccola: “È forte, abbia fiducia in se stesso”

È da poco passata la mezzanotte quando M’Bala Nzola passa a bordo del suo suv nero sul viale incastrato tra lo stadio Picco e l’arsenale. Alcuni tifosi dello Spezia gravitano ancora nei dintorni, attratti dal caldo della notte di Ferragosto e dall’euforia di questa prima di campionato e dai primi tre punti conquistati, firmati dal numero 9. Vedono il suv e chiamano: “Grande M’Bala!”. Lui, Nzola, saluta, quasi sommessamente. In altri tempi si sarebbe rintanato dietro i vetri scuri. Avrebbe fatto così lo Nzola sperduto della scorsa stagione. Un anno balordo. Cominciato male, perché dopo gli undici gol con Italiano sembrava che Thiago Motta non avesse fiducia in lui.

Quanti guai

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A M’Bala si erano interessate squadre di ogni latitudine, persino il West Ham che dodici mesi dopo è andato a prendersi Gianluca Scamacca. Ma alla fine dell’estate è ancora a La Spezia. “Fuori dal progetto” si legge ad agosto 2021. Vero o no, è come si sente Nzola, anche se viene reintegrato dopo aver saltato le prime tre giornate. La sfiducia è reciproca. Gioca poco. Gioca male. La forma fisica lascia a desiderare. E poi la città è piccola, le voci su una condotta di vita non proprio da atleta esemplare si diffondono. Vere o no, l’attrito con Motta produce scintille frequenti. A dicembre viene escluso per un ritardo a una riunione tecnica, ad aprile l’episodio più eclatante: contro l’Inter, Nzola entra al quarto d’ora della ripresa al posto di Manaj. La sua partita dura cinque minuti. Porta infatti l’orecchino, lo ha coperto con del nastro ma non basta, gli ufficiali di gara lo invitano a toglierlo. M’Bala ci prova, passa minuti a cercare di toglierselo. Non ci riesce. Motta in panchina comprensibilmente perde la pazienza. Fuori. Nzola entra al 60’, esce al 70’. Esce definitivamente. Non gioca più. Chiude la stagione con due soli gol segnati, nella stessa partita, inutili peraltro: quelli del 2-5 contro l’Atalanta. A novembre.

Rinascita

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Arriva l’estate, si riparla di mercato. Altro che Premier, al massimo qualche società di Serie B. Ma nel frattempo a La Spezia cambia l’allenatore. Tutti quelli interpellati spendono il suo nome: va recuperato Nzola, perché fa la differenza. Soprattutto, si può recuperare Nzola. E Luca Gotti è il tecnico, anzi l’uomo ideale per riuscirci. M’Bala ci mette del suo. Si ripresenta asciutto, con i muscoli di nuovo modellati. Tanto che Gotti dice: “Se non sapessi tante delle cose del passato che mi hanno raccontato, farei fatica a crederle”. È un altro Nzola, lo stesso della prima sorprendente stagione con Italiano. Doppietta al Como in Coppa Italia, poi arriva il campionato. E M’Bala colpisce ancora: scatto in profondità su assist di Bastoni, prende lo spazio e il tempo come una pantera alla marcatura di Ismajli. Diagonale vincente. E non si ferma lì: per tutta la partita lotta, gestisce il pallone, lo difende, ché quando è suo è difficile portarglielo via. Qualcuno ha detto alla Lukaku. Ci sta. “Questa estate ho lavorato, ho voluto farmi trovare subito pronto e sono felice di questo avvio. Mentalmente sono tranquillo, concentrato su quello che devo fare in campo, fisicamente mi sento bene, sto lavorando bene, voglio andare avanti così’”. E Gotti lo coccola: “Nzola è forte, a prescindere da chi è l’allenatore. Ha sofferto da solo e si è penalizzato più del dovuto. Il passaggio fondamentale è fissare la fiducia, cristallizzarla, ma in sé stesso”. Il 18 agosto M’Bala compie 26 anni: domenica sera ha già cominciato a festeggiare, e nel modo giusto.

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