Nuovo Fair Play: assist al Milan per tornare al top

Il progetto dell’Uefa aiuterebbe l’a.d. Gazidis che dovrebbe invece chiudere un disavanzo di 30 milioni in un triennio. E così il club potrà uscire dalle retrovie del calcio europeo

Addio Tas, addio al braccio di ferro con l’Uefa dei tempi magri. Il progetto di riforma del Fair Play Finanziario tocca direttamente il futuro del club rossonero, ormai da quattro anni in apnea, per rincorrere un salutare pareggio di bilancio. Le spese dissennate della proprietà cinese sono per fortuna alle spalle, ma sono ancora nitidi i ricordi dei viaggi della speranza dell’allora a.d. Marco Fassone per attenuare le punizioni di Nyon. Poi, l’ingresso di Elliott ha permesso di risalire la china e di cambiare strategia anche con le autorità europee.

La rinuncia all’Europa League nel 2019 (dopo il verdetto del Tas) è stata barattata con un settlement agreement che, comunque, ha comportato degli impegni significativi in termini di riduzione dei costi. Certo, la crisi Covid non ha aiutato. L’ultimo rosso di bilancio è ancora di 194,6 milioni. Ma l’indebitamento è sceso a poco più di 100 milioni. La strada è ancora lunga, ma l’inversione di marcia è assolutamente positiva.

Sollievo

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Così l’a.d. Ivan Gazidis esce all’improvviso dalle retrovie del calcio europeo. Se fossero rimaste le regole ideate ai tempi di Platini, ora la società rossonera dovrebbe rincorrere un disavanzo di 30 milioni nel triennio: un’impresa impossibile. Invece il progetto all’orizzonte azzera questo traguardo e prova a introdurre elementi nuovi per il Fair Play Finanziario 2.0. Si parla di tetto degli stipendi o di una tassa aggiuntiva per chi spende sul mercato oltre una certa cifra (luxury tax). Sono valutazioni al vaglio dell’Unione Europea che, evidentemente, deve legittimare un’armonizzazione a livello continentale.

I prossimi mesi saranno importanti a riguardo, ma a casa Milan possono già tirare un sospiro di sollievo. Il lavoro degli ultimi tempi ha già portato benefici importanti nella gestione, anche in prospettiva. Con il ritorno in Champions l’aumento dei ricavi è alle porte. Aggiungiamoci la valorizzazione dei giovani, insieme all’investimento sullo stadio. Nel mezzo c’è una filosofia aziendale che prevede una politica accorta nella programmazione dei costi. In questo nuovo solco il Milan è padrone del proprio destino. E non è una conquista da poco per governare le ambizioni senza colpi di testa.

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