Nuova Zelanda, caccia alla medaglia con un cuore italiano

Liberato Cacace, origini campane, è il terzino titolare degli All Whites: “Vogliamo fare la storia. Tifo Napoli, mi voleva la Juve e io non mollo. Contro l’Honduras il gol più bello in carriera”

In italiano sa dire poche cose. “Come stai?”, “Mi chiamo Liberato” e “Bella Italia”. L’ultima è facile: è il ristorante di papà Antonio e mamma Luisa, 30 coperti a Petone, quartiere di Wellington: “Se non avessi fatto il calciatore, avrei lavorato con loro. Il piano B ce l’avevo in casa”. Meglio quello principale però, terzino titolare della Nuova Zelanda alle Olimpiadi, prima volta ai quarti di finale: “E adesso vogliamo una medaglia”. Liberato Cacace, vent’anni, risponde da Kashima, vicino a Tokyo. Ha appena finito di allenarsi e punta la sfida col Giappone del 31 luglio. “Prima dell’inizio del torneo ci siamo detti che avremmo potuto scrivere la storia. Ora vogliamo fare ancora meglio”. Magari conquistare l’oro olimpico. “Non diciamo niente…”. La scaramanzia è tutta italiana.

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