Non solo Kane e Sterling: l’Inghilterra ha anche altro. Ma si può colpire

Domenica a Wembley si elegge la regina d’Europa. Ecco le chiavi della sfida tra le nazionali di Mancini e Sterling, reparto per reparto

Dal nostro inviato Fabio Licari

9 luglio – londra

L’Inghilterra gioca in casa: può essere un vantaggio ma anche un peso. Attacca come gli azzurri, impostando a tre, con due mediani di regia e uno d’inserimento, e ha il suo punto di forza in Sterling che crea occasioni a sinistra come Insigne. Sembra più vulnerabile in difesa, perché Pickford non è sicurissimo, ma ha un Kane a tutto campo e la più grande occasione di sempre. Gli mettiamo paura, possiamo farcela: forse la Spagna era peggio e la Danimarca sarebbe stata meglio. Ma è sempre una finale…

Le sfide

Chiellini, occhio al rinato Kane

Storicamente per noi è sempre meglio l’Inghilterra. Non abbiamo mai sofferto come contro gli spagnoli, anche se i confronti nei tornei sono piuttosto rari (e a nostro vantaggio). Ma è anche vero che è dal ‘66 che gli inglesi non sono così competitivi. Sicuramente ci permetteranno di ritrovare il nostro gioco, quello che la Spagna ha negato con un centrocampo ancora superiore per tocchi, intensità e passaggi. Noi siamo più abili nel palleggio, abbiamo più idee, ma dobbiamo ritrovare il miglior Verratti. Però anche loro giocano a quattro dietro, come la Spagna, e quindi non sarà facile sorprenderli in superiorità in attacco, oppure sperare che gli esterni si abbassino, lasciando così nelle nostre mani la trequarti. L’assenza di Spinazzola ci complica la vita. E poi c’è il fattore Wembley. Se si giocasse all’Olimpico, la spinta dei tifosi sarebbe l’uomo in più per noi, domenica saremo in minoranza. Però potrebbe anche essere un peso per gli uomini di Southgate che si rendono conto di avere l’occasione della vita: una finale a casa non si ripeterà tanto facilmente. Da favoriti. Il calcio torna a casa, è vero, ma ha vinto soltanto un Mondiale: Italia, Germania, Spagna e Francia hanno una storia decisamente superiore, parlando di nazionali. Il più in condizione degli inglesi è Sterling, ma il simbolo è Harry Kane. Ha cominciato molto male, è cresciuto in parallelo con la crescita di consapevolezza della squadra, ha segnato a Germania, Svizzera, Danimarca. Dopo Lukaku e Morata, il terzo grandissimo centravanti per Chiellini (e Bonucci naturalmente). Sappiamo come fare, piuttosto c’è il rimpianto che, avessimo uno di quei tre, chissà dove saremmo.

In attacco

Di Lorenzo contro super Sterling

Soffriremo di più a destra, sicuro: Di Lorenzo sarà aggredito in velocità da Sterling, il più offensivo degli attaccanti, quasi più di Kane che ormai torna per fare da sponda e poi punta l’area per ricevere l’eventuale cross. Sterling è il migliore dell’Inghilterra, ha trascinato i suoi nella fase a gruppi e, adesso che sull’altro fronte Southgate ha trovato la corsa e la profondità di Saka, le fasce mettono paura. Alle sue spalle, Shaw non è Spinazzola ma lo assiste bene. L’esterno azzurro non ha mai deluso, catapultato all’improvviso in squadra per l’infortunio di Florenzi, e si sta calando bene nel ruolo di terzino-stopper. Però ha faticato con i dribbling del belga Doku, fino all’ingenuità del “rigorino”. Sterling non è così esplosivo, ma ha più esperienza e un movimento più ragionato, più incisivo, più pericoloso. Anche ieri gol/autogol e rigore. Una mano a Di Lorenzo arriverà necessariamente da Chiesa, chiamato a un doppio lavoro sulla fascia, da interpretare con più diligenza che in passato. Poi Bonucci si allargherà — come contro la Spagna andava a raddoppiare su Ferran Torres, Pedri e Jordi Alba — lasciando così Kane alle cure di Chiellini. Anche Barella dovrà restare in zona quando saremo in fase difensiva. Naturalmente le distanze tra i reparti dovranno ridursi al minimo. Sull’altro fronte, Emerson ha spiegato già contro la Spagna che i suoi assalti sono più episodici di quelli di Spinazzola, gambe e fiato diversi. Perdiamo qualcosa in attacco ma forse ci equilibriamo di più in difesa. Quando l’Inghilterra attaccherà in forze, saremo coperti. Solo la Spagna ci ha fatto tremare, nelle altre sfide tutto sommato pochi rischi.

In mezzo

Verratti-Barella contro Rice-Philips

Inghilterra ha un bel centrocampo. Non come quello spagnolo, ma c’è. Ricordate quando si parlava del calcio britannico verticale, tutto lancioni per scavalcare la mediana e lanciare gli attaccanti? Il vecchio c.t. norvegese “Drillo” Olsen si professava seguace di questo schema che gli consentiva di arrivare presto in porta. Bene, non è più così. Grandi centrocampisti, da Lampard a Gerrard a Scholes, hanno cambiato prospettiva. Oggi l’Inghilterra non ha un Pirlo, o un Modric, ma Southgate ha creato una coppia molto affiatata, fisica, potente, spesso dominante. Una linea asimmetrica di due: di solito a destra va Rice, che si allarga in regia (come fa Locatelli nel Sassuolo a sinistra); al suo fianco Phillips, meno geometrico ma più verticale. Impressionante al debutto con la Croazia, con filtranti e visioni da 10, poi ha mantenuto un livello alto per tutto il torneo. E infine la classe di Mount, uno dei Blues, eccellente tra le linee e nelle ripartenze. Se la Spagna era orizzontale, al centro l’Inghilterra è più verticale. Meglio per noi, a patto di ritrovare il nostro centrocampo.Rice dovrebbe prendere in consegna Verratti, anche se questo gli impedirà d’allargare troppo il suo raggio d’azione. Phillips e Barella (a meno di novità di Mancini) dovrebbero incrociare sull’altro versante: sono due da inserimento, corsa, lotta, aggressione. Il Barella e il Verratti visti con la Spagna rischiano di soccombere, la speranza è che sia stata la mediana rivale a creare un blackout. Fondamentale Jorginho che ha tenuto in piedi l’Italia senza cedere una palla o un centimetro: avrà contro il compagno di Chelsea, Mount, più potente ed esperto di Pedri, meno fantasista. Ma Jorginho lo conosce meglio.

Immobile, altra chance. Ma c’è Maguire

Chiellini e Bonucci stanno giocando un torneo eccellente, ma nell’Inghilterra non scherza la coppia centrale Stones-Maguire. Soprattutto Maguire è arrivato in straordinaria condizione fisica, è aggressivo, spesso molto alto in aiuto dell’attacco, ed è anche andato a segnare di testa. Per velocità dovrebbe esser lui a marcare Immobile, con Stones al raddoppio. La Germania ha però spiegato che la coppia inglese è attaccabile quando gli spazi sono ampi e c’è profondità: se riusciamo a farli alzare, e se i nostri esterni attaccano in sincrono costringendoli ad allargare, in mezzo c’è lo spazio dove infilarsi. L’Inghilterra non si lancia in attacco sconsideratamente, ma tende a restare alta: questo sembra un lavoro per Immobile che, con la Spagna, dove approfittare di una situazione favorevole, noi chiusi e in ripartenza. Invece è stato ancora una volta impreciso e generosissimo, capace di un appoggio illuminante e di un errore grave. Quando è uscito, però, Insigne “finto 9” ha tolto profondità, mentre Belotti fisicamente è sembrato ancora indietro (si è rifatto con la freddezza dal dischetto). Insomma, dovrebbe giocare ancora lui. Il trio Berardi-Insigne-Chiesa è stata un’interessante variazione sul tema, quasi un ritorno al tridente “rotante” dei primi tempi, con Bernardeschi al posto di Berardi. Non sembra una soluzione da inizio partita, ma, se servisse, forse Berardi potrebbe essere più utile in mezzo che sulla fascia: ha profondità, stoppa meglio di Immobile, sa partire in velocità e Insigne e Chiesa resterebbero sulle fasce preferite. Un’opzione in più, visto che Raspadori per ora rimane in tribuna.

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