Lo scomodo paragone con Messi
Non mancano ovviamente i paragoni con il giocatore più rappresentativo della storia del Barcellona, Lionel Messi, a cui Yamal ha risposto con la giusta cautela: “Cerco di essere Lamine. Cerco di convincere le persone a riconoscermi per ciò che sono. Alla fine paragonarti al miglior giocatore della storia è una cosa che non ti aiuterà, perché non sarò mai come lui. Cerco di essere me stesso, che la gente mi riconosca da Lamine Yamal e basta. Ho sempre cercato di restare con i piedi per terra. Pensare al calcio, e solo al calcio, e divertirmi con la mia famiglia dopo le partite. Non dò molta importanza a ciò che viene detto su di me”.
La fiducia di Xavi e de la Fuente
Yamal ha speso parole al miele anche per i due tecnici che lo hanno allenato finora e soprattutto che hanno contribuito a rendere concreto il suo exploit, de la Fuente e Xavi: “De la Fuente mi ha dato molta fiducia. Dopotutto entrare nella Nazionale maggiore da titolare è una cosa che non tutti farebbero. Qualcun altro avrebbe aspettato la mia cresciuta ma mi ha dato fiducia, mi ha fatto disputare tutte le partite tranne quella dell’Albania, sono contentissimo per la sua fiducia”. E su Xavi: “Anche il mister mi ha aiutato. Mi ha permesso di passare in prima squadra, ed ho esordito contro il Betis quando avevo solo quindici anni”.
Restare piccoli per sognare in grande
Yamal ha concluso parlando di quella che è l’educazione ‘da bambini’ a cui fortunatamente è ancora abituato: “Quando vado a casa di mia madre mi dice ancora di mettere le infradito e non camminare scalzo, di fare questo e quell’altro. Tutte cose che mi ricordano che sono ancora un bambino. Anche alla Masìa devo rifare il letto, sistemare tutto e mettere la sveglia. Insomma, faccio cose da bambino”. Ciò a cui andrà incontro Yamal sarà sicuramente un palcoscenico da ‘grandi’ e nonostante i 17 anni appena compiuti, il talento spagnolo prenderà parte alla finale di Euro 2024 da assoluto protagonista. Il segreto è uno: restare piccoli, per sognare in grande.
Il retroscena su Chiesa
C’è spazio anche per un retroscena su Mbappé e Chiesa: “Mi hanno chiesto la maglia Mbappé, e anche Chiesa, quando abbiamo giocato contro l’Italia. Mi chiedono la maglia e altri capi che ho in spogliatoio. Se Mbappé me la chiede, gliela do senza problema. Quando abbiamo battuto la Francia, pensavo già alla finale, ero così emozionato che non mi ricordo esattamente che cosa mi avesse chiesto“.
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