Non è (ancora?) una Juve da big: 5 punti in 5 gare. E ora le sfida tutte

Da gennaio i bianconeri troveranno in un mese e mezzo tutte le rivali migliori in classifica: all’andata ne ha battuta solo una, fare meglio è l’unico modo per dare un senso diverso al girone di ritorno. Perché proprio in quegli scontri diretti sono arrivate prestazioni da cui Allegri può ripartire

Alla ripresa del campionato la Juve troverà in un mese e mezzo, nell’ordine, Napoli, Roma, Inter (in Supercoppa), Milan e Atalanta: graduatoria alla mano, sono le prime cinque avversarie in classifica. Non c’è dubbio che, con ampio anticipo sulla data di fine stagione, sarà questo periodo a definire il vero obiettivo dell’annata bianconera. Se al momento l’orizzonte inevitabilmente non può andare oltre l’inseguimento alla zona Champions, con l’Atalanta quarta riavvicinata a -4, una pioggia di impegni come quella che ci sarà alla ripresa di gennaio non può che fare la differenza, in positivo e in negativo. Per il valore che dimostrerà la Juve contro le migliori. Ma anche per i punti che toglierà, o concederà, a quelle che spera siano le dirette concorrenti.

L’EVIDENZA DEI NUMERI

—  

Delle letture di Massimiliano Allegri fa sempre parte il rimpianto per i punti persi contro le piccole, ma a fine andata e dopo aver affrontato tutte le avversarie i conti sono particolarmente facili: contro quelle prime cinque rivali in classifica che troverà subito a inizio 2022 la Juve ha fatto 5 punti in 5 partite, mentre 29 sono stati i punti nelle restanti 14 partite contro le altre avversarie. Troppi punti sono andati per strada tra le sconfitte con Empoli, Sassuolo e Verona e i pareggi con Udinese e Venezia, ma circoscrivere il ritardo in classifica della Juve alle sfide alle piccole manca di evidenziare che piuttosto è con le big che si è fatto in media solo un punto a partita, tra le sconfitte con Atalanta e Napoli, i pareggi con le milanesi e la sola vittoria sulla Roma.

LA DOTE

—  

È nei fatti che per dare alla stagione della Juve quella spinta che è mancata nell’andata, servirà qualcosa di differente al ritorno, e in particolare in quel primo mese e mezzo del ritorno. Ma la dote che la Signora si porta dagli scontri diretti già giocati nei mesi scorsi non è solo quella dei risultati, pure decisiva: a ripercorrere il cammino fatto fin qua è vivido il ricordo del fatto che proprio contro le top la Juve ha giocato alcune delle sue migliori partite stagionali anche se non ha vinto.

LE PRESTAZIONI

—  

La sconfitta con l’Atalanta è arrivata al termine di una prestazione da cui i ragazzi di Allegri avrebbero meritato di più, quella col Napoli è arrivata nell’emergenza degli otto assenti dopo essere stati in vantaggio al “Maradona” per quasi un’ora e in parità fino a cinque minuti dalla fine. E anche col Milan la Juve è stata avanti dall’inizio fino a un quarto d’ora dal termine. Infine con l’Inter il pareggio è arrivato sì last minute, ma al termine di una partita in cui ai punti la Juve ha prevalso per numero di tiri, possesso palla e vantaggio territoriale. Poi però contano i risultati e lì la Juve conta di portarsi in dote, oltre alle prestazioni nei precedenti dell’andata, anche le certezze costruite nell’ultimo paio di mesi, a partire dai due gol subiti in otto gare. C’è ancora un modo per dare un finale diverso alla stagione.

Precedente Sfida tra Utenti, la sezione più innovativa di tuttosport.fun! Successivo Ferrero, entro 48 ore la decisione sulla richiesta dei domiciliari