Niente Ibrahimovic? C’è Rebic “l’arrabbiato”: è in vantaggio su Leao

Decisamente meno probabile l’ipotesi Mandzukic: frenato da problemi fisici, ha poche chance di rinnovo

Feeling. Parola che può sciogliere il dubbio: “Chi giocherà al posto di Ibra contro il Torino?”. Forse Rebic, magari Leao, più defilato Mandzukic, ma se dobbiamo seguire la parolina magica allora l’opzione principale porta al croato. Feeling, sì, quello che c’è tra Rebic e il girone di ritorno, le partite che contano. Eccolo qui: dei suoi 19 gol in rossonero, 18 sono arrivati dalla 19esima giornata in poi. Zona Ante. L’anno scorso ne siglò 11 su 11 solamente nel 2020. Domenica ha fatto male alla Juve segnando un bel gol appena entrato. Macchina da rush finale, probabilmente a cominciare dalla sfida del turno infrasettimanale con i granata (20,45).

Ante favorito

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Al momento in vantaggio c’è lui, il “soldatino” di Pioli protagonista anche all’Allianz. Ibra si fa male? No problem, Rebic entra, scarica la rabbia per l’esclusione in un gran destro, segna e chiude la partita col 2-0 (arriverà anche il tris di Tomori). Il solito Ante, risolutore concreto di momenti di stallo, 8 reti e altrettanti assist in una stagione di alti e bassi. Non per colpa sua. Quest’anno è stato martoriato da qualche problema fisico di troppo, Covid incluso, ma dopo la squalifica subita contro il Napoli è tornato carico: 3 gol nelle ultime 7. Jolly di Pioli dal doppio ruolo, un po’ vice Ibra (12 partite, un gol) e un po’ esterno sinistro (17 gare, 7 guizzi). Ogni volta che l’allenatore chiama risponde presente. Sempre. E quando vede la Juve si scatena: 3 reti in 5 partite. Ora il Torino. Un’altra squadra che gli porta bene tra l’altro: 5 gare e 2 guizzi, il primo con la Fiorentina sette anni fa. Primo squillo in Serie A per il ragazzo di Spalato. Il candidato numero uno a prendere il posto di Ibra. Questione di feeling. In attesa di capire se Pioli riproporrà l’esperimento Diaz seconda punta, riuscito alla grande nonostante il problema fisico (gran gol e rigore procurato).

Leao e Mario…

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Il pensiero comune è questo: “Leao ha grandi mezzi, ma si deve svegliare”. L’ha detto Pioli – neanche troppo tra le righe -, e l’ha ribadito più volte Ibra. Nel 2021 il portoghese ha segnato solo 3 gol, di cui due a gennaio. L’ultimo, contro il Parma il 10 aprile, sembrava avergli riportato il sole. Un’illusione. Leao ha giocato tre gare da titolare, due da punta e una da esterno, uscendo male da tutte. Genoa, Sassuolo e Benevento. Poco incisivo. Fin qui ha giocato 18 partite da vice-Ibra, 14 da esterno e un paio da trequartista (bene). Sette squilli in 37 gare. Il Milan ci crede, Leao è un patrimonio, ma contro il Toro dovrebbe partire dalla panchina, anche se contro la Juve è rimasto “on the bench” per tutti i 90 minuti. Capitolo Mandzukic poi, arrivato a gennaio per dare un tocco di esperienza ma finito ai margini, anche per colpa di un problema fisico (dieci partite saltate tra febbraio e aprile). Otto presenze fin qui, solamente due da titolare (Stella Rossa e Lazio), poi solo spezzoni. Lo score è di 265’ giocati in quattro mesi. Pochissimi per uno come lui. Il rinnovo resta un miraggio, la titolarità contro il Torino pure.

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