Nessuno come Max: è il primatista di vittorie 1-0. Ancora di più con l’Allegri-bis

Superato Ancelotti per numero di successi con questo risultato: un modo di vincere elevato a filosofia. Frutto della capacità di costruire una tenuta difensiva unica. Ma anche di un attacco non esplosivo

Giuseppe Nigro

1 gennaio – 12:50 – MILANO

Massimiliano Allegri in cui ha sfidato la Roma allo Stadium da allenatore della Juventus otto volte: quella di sabato sera è stata per Massimiliano Allegri è stata la settima vittoria sui giallorossi sempre per uno a zero (e l’ottava volta, per la cronaca, è finita diversamente solo per il gol del pari di Abraham due stagioni fa). La cornice perfetta per l’ultimo primato del tecnico livornese: col successo sui giallorossi, è diventato il primatista della storia della Serie A nell’era dei tre punti per partite vinte 1-0, 76, mettendosi alle spalle Carlo Ancelotti a quota 75 (non esattamente un tecnico associato al calcio sparagnino, peraltro). 

CORTO MUSO

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Così la Juventus ha chiuso l’anno solare col successo per uno a zero numero 12, quattro in più di ogni altra squadra di Serie A nello stesso periodo secondo i dati Opta che fissano un altro dato. “Corto muso”, si dice adesso nell’uso comune di una locuzione, mutuata dall’ippica, di cui Allegri si era fatto un vanto intendendo però non l’affermazione di misura sul lungo termine, ad esempio lungo un campionato, e non nella singola partita. I tanti uno a zero della sua Juve però portato al trasferimento di senso che ha contribuito a denotare uno degli elementi diventati distintivi dell’allegrismo. Tanto che lo stesso Max, dopo la Roma, a domanda se gli desse fastidio l’etichetta del “corto muso” ha risposto: “Assolutamente no. Spero di vincerne altre 152 di 1-0. L’importante è trovare la vittoria attraverso la prestazione. Battere la Roma non è semplice, ha perso a Milano con l’Inter a 10 minuti dalla fine”. 

GLI 1-0 NEGLI ANNI

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In realtà mai come l’anno scorso l’1-0 è stato la cifra della Juventus di Allegri. La stagione passata sono stati 18 i successi arrivati con questo risultato, più di ogni altra delle otto stagioni del tecnico sulla panchina bianconera. Un’epica nata nell’anno della celebre rimonta con 25 successi in 26 partite nel 2015-16: prima dell’anno scorso, era stata la stagione col maggior numero di successi 1-0, 13. Ma erano stati 12 già nella sua prima stagione bianconera, 2014-15. E poi 8 nel 2016-17, 10 nel 2017-18, 8 nel 2017-18. E dal ritorno sulla panchina della Signora sono stati 11 al primo anno, 18 appunti al secondo e quest’anno a metà stagione siamo a 6 ma senza coppe europee. 

MA L’ATTACCO…

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Un modo di vincere elevato a filosofia, attuato su questa scala, che racchiude insieme due grandi caratteristiche della sua Juve. Da una parte la grande tenuta difensiva: meglio delle 20 partite senza subire gol nel 2023 dei bianconeri, nei top 5 campionati europei, hanno fatto solo il Barcellona (22) e l’Inter (21). Dall’altra una produzione offensiva non esattamente trascinante: per mancanza di risorse pari ad altre squadre, a volte, ma spesso – e qui si aprirebbero enciclopedie – in conseguenza di un atteggiamento votato alla cautela della difesa del risultato una volta passati in vantaggio. Dopo quasi un girone, per dire, l’Inter ha fatto 42 gol e la Juventus 27, 15 in meno, cioè ben oltre il 50 per cento. Essere dov’è, a -2 dai nerazzurri, con questi numeri in effetti non è normale.

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