Natale a casa Malinovskyi, parla Roksana: “Panettone e pattini. Ruslan è bravissimo sul ghiaccio”

A tu per tu con la moglie dell’ucraino dell’Atalanta

Davide Amato

24 dicembre – Milano

“In campo è sempre serio, ma a casa, lontano dai riflettori della vita pubblica, è come un bambino. Scherza e ride sempre. Nemmeno i suoi genitori credo lo conoscano in questa veste”. Parola di Roksana Malinovska, che ci porta nel mondo del marito, Ruslan Malinovskyi, ucraino dell’Atalanta. “La gente dice che ci assomigliamo. Ed è vero. Ruslan ed io siamo uguali dentro. Sono la sua tifosa numero uno. Cerchiamo di fare tutto insieme: dal praticare sport, perché ne siamo appassionati entrambi, al mangiare sano”, racconta Malinovska, che a Bergamo gestisce un atelier di moda.

Roksana, com’è Malinovskyi nella vita privata?

“Un papà e un marito premuroso. È romantico, perché ogni volta che segna fa un cuore a me ed Olivia, nostra figlia di due anni. E divertente: quando mio marito è a casa la bimba vuole giocare solo con lui. Ruslan passa più tempo possibile con noi. E durante la quarantena mi ha aiutato davvero tanto: puliva casa, cambiava i pannolini. Sa fare tante cose perché fin da ragazzino ha vissuto da solo, lontano dai suoi, nel settore giovanile dello Shakhtar”.

Com’è l’alimentazione a casa Malinovskyi?

“Cerchiamo di mangiare cibi che non siano particolarmente grassi o dolci. Anche se è difficile. A Ruslan piacciono tanto il panettone, le torte, i pasticcini e le brioche. Prendiamo prodotti senza burro. E non beviamo il latte normale: solo quello di avena o mandorla perché siamo entrambi intolleranti al frumento e al latte vaccino”.

E il rapporto tra Malinvoskyi e la cucina?

“Tra i due quello che passa più tempo ai fornelli è Ruslan. Ogni giorno fa le colazioni per Olivia. E, quando è a casa la mattina, per tutta la famiglia: spremute, uova, salmone, avocado, polpettine ucraine, omelette, fiocchi d’avena, pancake. Per noi ucraini la colazione è il pasto forte della giornata. E Ruslan non fa eccezione. Ma cucina pure la carne, il pesce e le verdure con le salse. I suoi segreti? Beh, chiede tanti consigli sulle ricette al cuoco dell’Atalanta. E, tra i piatti bergamaschi, il suo preferito è il coniglio”.

L’attività fisica di Malinovskyi?

“Durante la quarantena ci allenavamo insieme a casa. Con tapis roulant ed elastici. Adesso adiamo spesso a passeggio, in Città Bassa o Alta, con Olivia. Altri sport? A mio marito piace il tennis: in Ucraina, dove il calcio lo stancava meno dal punto fisico, ci giocava. E poi è bravissimo a pattinare, tanto che anche a Bergamo ci siamo andati: si muove bene perché usava i pattini fin da piccolo, visto che abitava in una regione con tanto ghiaccio, e secondo me, date le sue qualità, avrebbe anche potuto fare il giocatore di hockey”.

Altre passioni?

“Ci piace viaggiare: bastano anche pochi giorni. Ma ora, tra Covid e impegni vari, è più difficile. L’Italia l’abbiamo girata bene, anche con Olivia. Programmi per le Feste? A Dubai per Natale e poi, come da tradizione, capodanno in famiglia, a Bergamo, in casa”.

Come vi siete conosciuti?

“Nella mia città, Sebastopoli, in Crimea. Lui giocava lì. Il centro non è grande. I posti da frequentare sono quelli. E ci siamo conosciuti. Avevo 19 anni e lui 20”.

Come vive il calcio suo marito?

“Gli interessa molto quello che pensa la gente. E dopo ogni partita legge i giornali per vedere le pagelle e i voti che gli danno. Questo è il suo stimolo per lavorare meglio. È un giocatore intelligente, sa fare diversi ruoli e così si è abituato al calcio di Gasperini. Ruslan è forte di carattere, determinato nonostante le difficoltà. Anche quando non giocava, all’inizio, non mi faceva vedere che ne soffriva. Del resto mi ha sempre detto che il calcio italiano è un altro mondo e che all’Atalanta c’è davvero tanta qualità. Con chi ha legato di più? Su tutti direi Freuler, Djimisiti, Toloi, Gosens e De Roon”.

Il vostro rapporto con Bergamo?

“Siamo impressionati in positivo da questa città e dalla sua gente. Qui è nata, due anni fa, nostra figlia Olivia. A Bergamo stiamo benissimo. E la gente ci riempie d’affetto. Dopo ogni gol di Ruslan i vicini ci regalano qualcosa, come una bottiglia, e i loro figli dei disegni. Qualche mese fa, in estate, mossa dal desiderio di restituire il nostro cuore e la nostra anima alla città di Bergamo, ho aperto Atelier Mali, una boutique di moda in centro. Sono appassionata dello stile italiano. E nel mio negozio, dove lavorano alcune signore ucraine, proponiamo abiti unici e su misure per le donne. Sono una creativa: di notte non dormo perché già penso a cosa fare di un tessuto”.

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