Napoli-Zielinski, l’accordo è ancora da definire

NAPOLI – Ha voluto il Napoli. A ogni costo. E per il Napoli e una città che ama alla follia ha rifiutato la Lazio e i milioni dell’Al-Ahli. Tanti, tantissimi: 12 a stagione per tre anni. Niente da fare: Piotr ha scelto di restare e ha affrontato un bel po’ di tappe complicate insieme con il club, nel nome di un contratto in scadenza nel 2024 e della prospettiva di acquisire lo status di parametro zero a gennaio. Condizione inaccettabile per la visione societaria – giustamente – che tra l’altro gli è anche costata qualche giorno fuori rosa. Fino all’accordo con Adl: un triennale importante seppur a cifre inferiori rispetto all’ultimo stipendio garantito di 4,8 milioni; un triennale con clausola rescissoria da una trentina di milioni che ha soddisfatto tutti. Fino all’ultimo muro: manca l’accordo con il suo manager, Bart Bolek, sulle commissioni. Un dettaglio fondamentale che ha ritardato la definizione dell’accordo: e Piotr, come i colleghi Osi e Kvara, è partito per la Polonia, per la nazionale, senza l’annuncio del rinnovo.

Zielinski, la volontà di restare al Napoli

E allora, Zielinski. Uno dei protagonisti del romanzo estivo del mercato, ma anche uno dei migliori delle prime tre partite della nuova stagione. Con Rudi è cambiato il sistema ed è cambiato anche il suo modo di interpretare il ruolo: più alto e a ridosso della punta in fase offensiva; a tratti sulla linea dei quattro attaccanti. Risultati: ottimi, davvero, con tanto di gol del momentaneo pareggio con la Lazio. Un destro velenoso, con doppia deviazione, che poi s’è sbriciolato sull’errore decisivo del secondo tempo: è stato Piotr, ahilui, a farsi soffiare il pallone da Felipe Anderson nell’azione del bis di Kamada. Ma era stato anche Zielinski a sfiorare la doppietta, poco prima, fino a sbattere contro il muro-Provedel: ovvero, ha voglia e fuoco. Ci ha dato dentro e ha onorato la sua scelta di continuare a giocare per questa squadra sin dall’esordio a Frosinone. Del resto, ha 29 anni e ormai 8 di Napoli nel curriculum: una vita. Una vita che lui stesso aspetta di allungare secondo aspettative concrete, disegnate a tavolino con De Laurentiis: altri tre anni, in barba alla possibilità di tagliare il traguardo del nuovo anno con l’etichetta di svincolato. Libero di accordarsi con qualsiasi altro club. Ma lui, dicevamo, avrebbe potuto già cambiare aria e anche riempire la cassaforte di famiglia con un vagone di petrodollari, eppure non l’ha fatto: storia romantica, vero? Commissioni escluse: per scrivere il lieto fine manca l’accordo con il manager. Che magari arriverà: è la speranza di tutti.


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