Napoli, visioni opposte…Spalletti: “Grande anno”. Mertens: “Siamo molto delusi”

Gli azzurri travolgono 6-1 il Sassuolo ma i tifosi contestano tutti al Maradona. Vedute contrastanti tra il tecnico e il goleador belga

Riavvolgiamo il nastro e torniamo all’estate scorsa. Dopo lo sconforto per la Champions sfumata all’ultima partita, se a qualsiasi tifoso fosse stato detto: nel prossimo campionato con una goleada di 6 reti al Maradona la squadra si qualificherà in Champions a tre giornate dalla fine, tutti sarebbero stati disposti a firmare. D’accordo, per l’aritmetica certezza manca ancora un punto. Già ma chi può pensare che la Roma oltre a vincere quattro partite consecutive (e il Napoli perderne tre) possa recuperare un gap di ben 21 gol nella differenza reti (+36 contro +15)? Poteva essere un pomeriggio di festa invece niente. Contestazione fuori e dentro uno stadio con i soli bambini portati dalle scuole – per riempire spalti con tanti vuoti – a tifare candidamente, mentre dalle curve partivano insulti al presidente e ai giocatori, nemmeno mitigati alla fine per la vittoria. Con i soli Koulibaly e Mertens che riescono alla fine a tramutare qualche fischio in applauso. Luciano Spalletti non ci sta e sottolinea l’importanza del risultato: “Giocare una partita importante come quella col Sassuolo in un clima di contestazione non lo capisco e mi dispiace per i calciatori. Deve prevalere quello che è il lavoro di tutto l’anno, perché avere la quasi certezza di entrare in Champions con tre partite di anticipo non è facile. È chiaro che c’è il rammarico di alcune partite, ma queste sono state sostituite da grandi vittorie su campi difficili. Sono stato io che ho parlato di scudetto per tentare di alzare il livello di determinazione dei ragazzi, per andare oltre l’ostacolo”.

La risposta di Ciro

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Intanto Mertens, nell’intervista a bordo campo di Dazn, aveva sposato senza dubbio alcuno la delusione dei tifosi: “Tutta la squadra è delusa, in nove anni che sono qua questo è stato l’anno in cui sono più deluso. Una volta abbiamo fatto 91 punti e non abbiamo vinto. Ma questa volta è diverso, le altre squadre non erano più forti di noi. Certo ci sono poi Roma, Lazio, Juve, Atalanta, che sono dietro. Ora rialziamo la testa, andiamo in Champions e speriamo che l’anno prossimo possiamo combattere di nuovo perché abbiamo un grande gruppo”. Del suo rinnovo non vuol parlare ma il belga di Posillipo parla da leader, riconosciuto dentro e fuori dal campo: “Parlo ai tifosi. Quest’anno abbiamo sognato e sbagliato tutti, ma ora non bisogna mollare, è brutto anche per noi. Si deve stare sempre insieme. Speriamo di prendere giocatori forti per l’anno prossimo”. Ciro finisce di parlare in diretta, mentre dalla sala stampa, collegato con la stessa tv, lo sente Spalletti che replica subito (anche se Mertens lascia il campo e non si rende conto che parla l’allenatore). “Il campo ha detto che sono più forti gli altri. Altrimenti dica chi secondo lui è stato insufficiente, di chi è la responsabilità”. Differenze di vedute, ma mica da poco. Perché da un’analisi interna seria e approfondita si può capire cosa bisogna migliorare in un futuro che è ancora tutto da scrivere. Che parte dalla certezza della qualificazione in Champions, ma anche da bilanci da far quadrare che porteranno De Laurentiis a cedere diversi giocatori.

Occasione perduta

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Bene fa Spalletti a mettere i puntini sulle i di una stagione dalle possibili letture diverse. Ma quando comincia a vedere fantasmi o attacchi esterni si renda conto che nell’arco dell’ultima settimana il Napoli ha fatto tutto da sé, sconcertando l’intero ambiente. Ancora ieri lo stesso allenatore ha sottolineato come fosse “assurdo mandare in ritiro una squadra terza in classifica”. Ma in quella domenica di follia, dopo Empoli, era stato lui ad assecondare la decisione di un iracondo presidente, che poi a sua volta ha definito “arcaica” quella scelta. Se poi vogliamo pensare che alla base dei sei gol rifilati al Sassuolo ci siano le due cene “chiarificatrici” – e lo stesso Spalletti sottolinea sarcastico “allora andiamo anche a colazione” -, allora c’è da chiedersi perché questo tipo di intervento De Laurentiis non l’abbia fatto mesi prima, quando si parlava di scudetto. E qui sta la rabbia di tanti tifosi, non per forza organizzati. Resta la sensazione che un’occasione come quella di vincere quest’anno in campionato per il Napoli chissà per quanti lustri non ricapiterà. Ed è un fatto difficile da negare. Questo è lo sport e bisogna accettare, senza per forza indicare capri espiatori. Ma se al Napoli pensano che i nemici sono fuori, sarà l’ennesima occasione mancata per crescere.

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