Napoli, trasferta vietata: il decreto della paura

La festa dello scudetto ha smentito le cassandre dell’ordine pubblico, regalando a Napoli giornate di amore, se si eccettua qualche incidente di modesto rilievo, a confronto con l’enorme massa di persone riversatesi in strada. Ma il tic della psicosi e del pregiudizio ripropone per i tifosi azzurri il divieto di recarsi a Monza per sostenere la squadra. L’allarme riguarda le contemporanee trasferte della Roma a Bologna e dell’Udinese a Firenze, club i cui ultrà nutrono una palese antipatia per i “colleghi” napoletani.

Il “no” come soluzione più facile

Il timore che proprio nel capoluogo emiliano, o piuttosto in autostrada, i tre gruppi rivali possano darsi appuntamento per una guerriglia induce il Viminale a vietare la trasferta. Senonché i romanisti andranno a Bologna, i friulani a Firenze, e i napoletani tutti resteranno a casa. Ma non è svuotando gli stadi, e negando la gioia di festeggiare anche ai tifosi pacifici, che si garantisce la sicurezza. Così piuttosto ci si inchina all’emergenza, rinunciando a gestirla. Certo, è faticoso presidiare l’ambiente, coinvolgere le società, contattare le tifoserie, sorvegliare e talvolta scortare i trasferimenti. Più facile dire «no», magari proprio ai tifosi che avrebbero più diritto di muoversi. Ma se questa è la perizia, che cos’è il dilettantismo?

Napoli batte Fiorentina, parte la festa a piazza Plebiscito

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