Napoli proiettato al futuro: si lavora a cinque rinnovi di contratto

Quando tutto sarà finito – o magari poco prima, o semmai appena dopo – e non ci saranno più riti da assecondare, cautela a cui piegarsi, aritmetica da aggiornare, quando cioè il destino sarà compiuto e ogni minimo dettaglio sarà stato adagiato negli archivi, allora a quel punto verrà il futuro, nel quale calarsi avendo un’idea compiuta che magari si sta formando adesso. E intorno, accada quel che accada, schiamazzi o il silenzio, la società che appena un anno fa ha avuto il coraggio di (ri)mettersi in discussione e di guardare il calcio dal buco della propria serratura dovrà accomodarsi di nuovo e soprattutto con se stessa e meditare: il contratto di Luciano Spalletti, lo stilista d‘una rivoluzione tecnica tout court, l’ideologo che se ne è stato fuori dalla massa, ha continuato a recitare a soggetto, ha imposto il proprio calcio e l’ha sistemato al centro del villaggio, ha il contratto che va rinnovato. È vero, ed anche chiaro, basterebbe un clic, un invio o una semplice operazione tecnologica, per far scattare l’opzione che De Laurentiis si riservò nell’estate del 2021, però stavolta, quando la Storia sta spalancando le proprie pagine ad un’impresa che non ha precedenti, ci sta che ci si accomodi, ci si guardi in faccia e si chiacchieri un po’. 

Do you speak english?

Pure questa è un’estate speciale, ci finisce dentro il Napoli che verrà, che avrà bisogno di essere modellato con modalità e una tempistica ragionevoli, magari anticipandosi: Cristiano Giuntoli, l’architetto che ha scatenato il mutamento generazionale sa, invece – e da un bel po’ – che il suo accordo si consumerà il 30 giugno del 2024, al termine della sua nona stagione in azzurro. Non c’è fretta, con lui ce ne sarebbe persino di meno, ma occore evitare che intorno al diesse – lanciatosi anche in una full immersione di inglese, utile per allargare le proprie conoscenze e però pure per dilatare le proprie frontiere – possano cominciare ad agitarsi eventuali pretendenti. 

In porta

Ma c’è dell’altro, ed è noto a chiunque, ne è consapevole il Napoli, lo sono alcuni dei suoi interpreti: ora c’è altro per la testa – il campionato con il suo vantaggio rassicurante ma non definitivo; la Champions che deve ancora consegnare il passaporto per i quarti – però poi verrà il momento giusto per guardarsi negli occhi e decidere. Alex Meret ha avuto la possibilità di firmare nel luglio scorso e quella mano stretta gli è valsa una specie di triennale: insieme fino al 2024 e poi adeguamento automatico fino al 2025, nel caso in cui nella prossima stagione giochi il 70% delle partite. 

In campo

Il tempo vola, quasi senza accorgersene, e il Napoli non si è mai lasciato soffocare dall’ansia per le scadenze: Mertens, Callejon e Insigne sono la rappresentazione più recente di un’epoca chiusa fatalmente quando ormai, nelle considerazioni tecniche, l’ultimo granello di sabbia era scivolato fuori dalla clessidra. Nel 2024, Piotr Zielinski avrà appena compiuto trent’anni e Lozano, invece, ne avrà ventinove: quei due capitali umani avranno un valore calcistico-commerciale ancora vivo e consistente e, per non perderli a zero, diventerà necessario abbandonarsi a valutazioni, ascoltarsi, ascoltare i calciatori e semmai anche il mercato. E quando non ci saranno più amabili “distrazioni”, verrà più semplice e scontato orientarsi nel futuro con Spalletti, Giuntoli, Meret, Zielinski e Lozano.

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