Napoli, Ndombele ha stregato Spalletti

NAPOLI – Pure questo è un mercato, anche se fa meno chic, perché non dà il senso della novità, non concede l’ebbrezza di scoprire – lentamente o anche rapidamente – il mutamento, non necessariamente generazionale: ma 735 minuti spalmati in tre mesi, in quattordici partite di campionato e in quattro di Champions, non accumulano polvere, né gravano come sentenza su ciò che si visto, forse a metà. Tanguy Alvaro Ndombele ha appena 27 anni, un passato e però anche un futuro alle spalle, perché in quel curriculum vitae che sa di Amiens, Lione e Tottenham (e di Nazionale francese), Napoli è ancora un dettaglio esistenziale, spiccioli d’un calcio che sta cominciando ad appartenergli adesso, dopo essere entrato in confidenza con i meccanismi e con l’ambiente, magari anche con se stesso.  

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Avanti un altro

Il rinforzo è qui, nella sua muscolarità, nella sua versatilità, nella intraprendenza di Spalletti che ha scelto di provarlo ovunque, trequartista o interno o anche semplicemente mediano davanti alla difesa, che per lui ha moduli adatti per qualsiasi evenienza, che in Turchia, durante i dieci giorni di ritiro, ha avuto modo di cogliere l’evoluzione di un uomo rimasto a lungo nella penombra, per quell’umanissima necessità di conoscersi meglio: una sola partita giocata per intero (al Maradona, con i Rangers, in Champions), otto volte da titolare, il resto alzandosi dalla panchina, per rimettere a posto se stesso e cancellare i disagi d’un ritardo di preparazione che si è avvertito nelle gambe, probabilmente nella testa, dovendo confrontarsi con un football per lui inedito.  

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Che colpo!

Poi Ndombele ha cominciato a scoprisi, s’è tolto i veli, ci ha messo la sua consistenza e anche la personalità, è stato utile per fronteggiare part-time l’assenza di Anguissa, s’è catapultato nel Napoli a Glasgow (sette minuti con gol), ha cominciato a capire quel calcio abbagliante, un tocco e via, l’ha addobbato di sé, incurante di quei sessantadue milioni spesi dal Tottenham per averlo dal Lione nel 2019: fatti loro.  

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L’uomo in più

Ndombele è l’acquisto a costo contenuto – cinquecentomila euro per averlo (venticinque milioni di euro per riscattarlo) – dell’ultima ora, è il colpo sferrato nella penombra, proprio quando il mercato stava per chiudere, necessario per andare a colmare la partenza di Fabian Ruiz, è l’ennesimo centrocampista di statura internazionale con una sua diversità che Spalletti sta indirizzando ovunque, consegnandogli la bussola che gli ha regalato ad Antalya: «Tanguy sta crescendo e ci è molto comodo per le qualità che ha e che ci mancano in certi momenti della partita. È uno che fa a sportellate, ha forza da spostarti senza far niente di particolare». Gli ostacoli sono annunciati e il Napoli dovrà in qualche modo anche liberarsene: ci vuole un fisico bestiale, per resistere.

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