Napoli, Milan e le altre di Serie A: i piani anti-Mondiale

Il calcio si è fermato, il calcio non sta fermo. Max Allegri, dopo Juventus-Lazio, ha dettato il contrordine: questa sosta ci voleva. Certo, il ritmo imposto dal grottesco Mondiale in Qatar, da agosto in poi ha stremato molte squadre (tranne il Napoli che viaggia come se non ci fosse un domani), per cui ora, nei prossimi due mesi, prima della ripresa il 4 gennaio, tutte le società, soprattutto quelle di vertice, si sono attrezzate per rintuzzare, restaurare, ricominciare. La priorità sono i giocatori da recuperare. Per iella, per errori di gestione, per la preoccupazione di non andare in Qatar (per quanto assurdo è umano: si tratta pur sempre di un Mondiale e per tanti l’ultimo), quasi ogni squadra ha avuto uno o più calciatori di primo piano che non sono riusciti a rendere come avrebbero dovuto/potuto. La situazione in cui ci troviamo, con il Qatar come una mappazza a metà stagione, ha creato diverse situazioni. Gli infortunati/acciaccati a vario titolo vanno divisi in due sottosezioni. La prima: quelli che restano a casa come Paul Pogba, il caso più eclatante, o Ciro Immobile (comunque non sarebbe andato, ahinoi) che ha avuto diversi problemi, tra un gol e l’altro. La seconda, meno facile da gestire per gli allenatori, che si affidano alla buona sorte: quelli che vanno in Qatar anche se non si sentono tanto bene o per lo meno, non si sentivano bene qui in Italia, fino a ieri, chissà che l’aria del Golfo non porti loro giovamento.

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L’incognita Qatar

Nomi eccellenti che hanno mancato molti appuntamenti in campionato: Dusan Vlahovic e Angel di Maria (Juventus), Romelu Lukaku e Marcelo Brozovic (Inter), Paulo Dybala (Roma). Allegri, che è l’allenatore che dà giocatori alle Nazionali (11, dopo di lui 7 Inter e Milan, 5 Napoli, 4 Roma e Atalanta, 2 Lazio), si muove quindi su un doppio fronte: sperare di riavere un giocatore che seguirà da vicino (Pogba), sperare che quelli che sono partiti “malati” (magari qualcuno immaginario, con licenza) tornino vispi e sani, dopo aver disputato un grande e corroborante Mondiale. L’incognita Qatar pesa su tutti, ma in particolare per le squadre di vertice che si sono attrezzate per riempire questi due mesi. Molto pallone, non solo quello che arriverà dalla scatoletta di sabbia. Innanzitutto le tradizionali ferie natalizie verranno concesse a chi torna dal Mondiale (il numero dipenderà da quanto avanti si è spinta la Nazionale di appartenenza), per gli altri si va in vacanza ora, tra fine novembre e inizio dicembre, poi a Natale si lavora. E questo vale per tutti. Come riempire il tempo, invece, varia da squadra a squadra. Per la serie “tira molto Antalya”, sia il Napoli, con alcune amichevoli da definire, sia la Lazio si sistemeranno nella città turca. Senza sfiorarsi, probabilmente. Per la serie “voglio sentire il profumo sabbioso del Mondiale”, il Milan dal 10 al 20 dicembre andrà in ritiro a Dubai. Da definire due amichevoli lussuose, contro Liverpool e Arsenal, pure loro da quelle parti a svernare. Torna Dubai in chiave rossonera: era la caratteristica dell’ultima parte di gestione berlusconiana del club.

Ritiri esotici

Anche l’Inter sceglie l’estero, ma non si spinge fino al Medio Oriente: Inzaghi, che ha rialzato la testa con le ultime due vittorie, farà un salto a Malta, cinque giorni, non di più, con un paio di amichevoli. La più esotica di tutte, però, è la Roma che arriverà fino in Giappone per disputare un paio di gare e poi, con la benedizioni di Mourinho, si sistemerà per un breve ritiro in Algarve. Anche il Portogallo tira molto. L’Atalanta non si muoverà, a parte per quattro amichevoli di cui una, contro l’Eintracht Francoforte, interesserà Luciano Spalletti in chiave Champions. A Massimiliano Allegri, invece, i tour e le amichevoli non piacciono molto. Il calcio è un gioco semplice, ripete sempre, e lo si capisce meglio stando a casa propria. Infatti, dopo un periodo di vacanza, Madama, o quello che ne resta, considerate le defezioni, si sistemerà alla Continassa in tutta comodità. Se uscirà qualche amichevole, bene, altrimenti bene lo stesso. Max non nasconde di voler seguire, passo passo, la ripresa di Paul Pogba. Non c’è nessuna squadra, infatti, che abbia preso un giocatore in estate per renderlo il leader della rinascita e non l’abbia più visto.

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