Napoli, il record di Spalletti: nessun infortunio muscolare

Nessuno vorrebbe essere in testa alla classifica provvisoria degli infortunati, stilata alla vigilia della seconda di campionato e si capisce perché la Juve detesti il primato fra le Grandi. Al contrario, il Napoli occupa volentieri l’ultima posizione, pur dolendosi per il ko di Demme, un incidente di natura traumatica causato dal fortuito scontro con Anguissa in allenamento. Ma qui si parla soprattutto dei ko muscolari che consegnano a Luciano Spalletti e allo staff dei preparatori del Napoli un primato invidiabile: dall’inizio della preparazione, nessuno fra i loro giocatori si è dovuto fermare per noie fisiche: Olivera, infatti, si era procurato una distorsione al ginocchio il 12 giugno scorso, giocando con l’Uruguay contro Panama.

L’emergenza indisponibili assilla invece la Juve: il 23 luglio, durante la tournée americana si era fatto male Pogba (rottura del menisco esterno; terapia conservativa, assenza prevista: almeno due mesi); il 1° agosto, sempre negli Usa, McKennie si era lussato una spalla in allenamento: è tornato in campo a Ferragosto contro il Sassuolo. Il 7 agosto si è fermato Szczesny (lesione all’adduttore della coscia sinistra, stop di 20 giorni); il 15 agosto è toccato a Di Maria (lesione all’adduttore della coscia sinistra, stop di 20 giorni); oggi l’allarme per Bonucci: affaticamento al flessore, in dubbio la sua presenza per la partita con la Samp in programma lunedì 22 agosto a Marassi).

In ambito Inter, un solo malanno che ha imposto tre settimane di sosta a Mkhitaryan che il 13 agosto ha accusato un risentimento ai flessori dela coscia sinistra. Gli affaticamenti muscolari sono costati una settimana di riposo a Gagliardini, Gosens, Brozovic e D’Ambrosio. Sempre di affaticamento muscolare si tratta a proposito dei milanisti Pobega (2 settimane), Giroud (una settimana) e Tonali (10 giorni), mentre Messias si è distorto la caviglia il 6 agosto, se l’è cavata in quattro giorni. Lazio e Roma che, come il Napoli, l’Inter e il Milan, non casualmente non hanno fatto tournée oltre Atlantico, durante la preparazione non hanno registrato inconvenienti tali da mettere in dubbio per un lungo periodo l’efficienza dei giocatori a disposizione di Sarri e Mourinho. Questa che si è appena iniziata è una stagione mai così anomala: tre mesi pancia a terra, soprattutto per le italiane impegnate nelle coppe europee e chiamate a disputare 21 partite (per la Fiorentina speriamo siano 23: vorrebbe dire avere superato il turno preliminare con il Twente); 52 giorni di sosta imposta dal mondiale, ripresa il 4 gennaio. Il ruolo dei preparatori atletici e dello staff preposto al recupero degli infortunati risulterà di fondamentale importanza. Sperando che, se la fortuna è cieca, anche la jella non ci veda benissimo.

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