Cose (quasi) mai viste: perché poi, a dirla tutta e smontando qualsiasi luogo comune, cosa ci sarebbe qua da «riparare» in questo mercato post-trionfo? Storia di un gennaio surreale, con lo scudetto che sta ancora saldamente cucito sulle maglie e che invece sembra ormai un reperto archeologico: ma gli incerti del mestiere, di un calcio che ha i suoi rimbalzi perfidi, non sempre sono prevedibili e mentre nell’aria c’è almeno il ricordo della magia e dell’impresa, Napoli ricomincia da sé.
Napoli, la cifra sul tavolo per il mercato di gennaio
Lo fa sistemando sul tavolo una sessantina di milioni – più o meno come quattro anni fa, il Generale Inverno più dispendioso che si ricordi – e andando alla ricerca quasi affannosa di facce nuove, di attori da lanciare sul palcoscenico ma senza aver la tentazione di allestire un cine-panettone: la questione si è fatta seria, a sei mesi dalla Storia, e improvvisamente si sono aperti buchi proprio sulle toppe adagiate nell’anima di quello squadrone tra luglio e agosto. È già arrivato Mazzocchi, l’esterno destro che deve dare una mano nelle rotazioni a Di Lorenzo, ma altro c’è da fare: in sintesi, e come è ormai accertato, un centrale difensivo che rassicuri Mazzarri e colmi il vuoto lasciato dall’infortunio di Natan, un mediano-mezzala, che diventi il sostituto di Elmas e che però dia il proprio contributo, e se capita pure un altro interditore, perché intanto Anguissa sta in Coppa d’Africa; ma per non farsi mancare nulla, e giocare un po’ d’anticipo, torna utile anche un trequartista, perché a giugno anche la favola di Zielinski evaporerà, e quindi prevenire sarà meglio per curare.
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