Napoli fantasia, Juve da strappi: tutto sulla grande sfida

Attaccherà il Napoli, non la Juve. Lo dicono la storia e i risultati del campionato, lo fanno capire le diverse qualità delle due squadre e lo suggeriscono gli slogan dei due allenatori, dall’«anema e core» di Luciano Spalletti al «corto muso» di Massimiliano Allegri. In assoluto il pronostico è a favore del Napoli, perché gioca in casa, perché ha il gioco più spettacolare ed efficace come ha dimostrato nel girone d’andata, perché ha un allenatore che quando ha in mano una squadra siffatta sa come farla rendere al massimo. La Juve parte dietro perché questa non è proprio la sua stagione, perché la società è alle prese con una brutta storia, perché Allegri deve rinunciare ancora a un paio di titolari pesanti come Vlahovic e Pogba. Ma 90 minuti, lo sappiamo bene, sfuggono a ogni fantasia, a ogni immaginazione e soprattutto a ogni ragionamento ponderato. In 90 minuti la Juve può (e per quello che rappresenta la sua storia “dovrebbe”) restituire incertezza al campionato e orgoglio a se stessa. Già, ma come?

La resilienza dei bianconeri

Facendo quello che sa fare meglio: subire il gioco senza esserne consumata, senza farsene condizionare, ma resistendo alle intemperie, e poi ripartire, una, due, tre, dieci volte. Ha due giocatori capaci di ribaltare il gioco, uno è Chiesa (dall’inizio o in corso d’opera), l’altro è Kostic. Tocca a loro rosicchiare lo spazio che si aprirà a metà strada fra Di Lorenzo e Politano da una parte, fra Mario Rui e Kvaratskhelia dall’altra. Il suggerimento dovrà partire da Di Maria e il terminale sarà Milik che non avrà vita facile fra Rrahmani e Kim. Spalletti sa come e dove la Juve può colpire, la Juve non ha una varietà di scelte offensive come invece il tecnico di Certaldo ha dotato la sua squadra.

Le soluzioni di Spalletti

Il Napoli di Spalletti può infilarsi nella difesa bianconera in tanti modi differenti. Con la qualità delle ali, per esempio. Quando Politano si accentra palla al piede nasce scompiglio nell’area avversaria, i difensori-marcatori rischiano di perdere i rispettivi riferimenti e stasera uno di questi sarà un’anguilla come Osimhen. Bremer è un mastino, sul primo spunto può anche bloccare il capocannoniere della Serie A, ma sul secondo spunto può avere delle difficoltà. A occhio potrebbe averne ancora di più Alex Sandro quando dovrà staccarsi dalla linea difensiva per intercettare Politano. Lo stesso potrebbe accadere sull’altro versante, con Danilo alla caccia di Kvaratskhelia che, a sua volta, è alla caccia di se stesso, del vecchio Kvara oggi un po’ appannato. Ma il Napoli può arrivare al gol anche con i tiri da fuori di Zielinski, un interno della Juve (Locatelli o McKennie) dovrà occuparsi soprattutto del controllo del polacco. E infine può arrivarci sfruttando il gioco aereo di Osimhen, del quale si parla tanto (lo abbiamo fatto anche noi qualche riga fa) dello scatto bruciante, ma talvolta se ne trascura la qualità sui colpi di testa.

Napoli-Juve, le probabili formazioni di Spalletti e Allegri

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Napoli-Juve, le probabili formazioni di Spalletti e Allegri

I cambi in corsa

E infine toccherà ai titolari dell’ultima mezz’ora, come li definisce Spalletti. Quello dei cambi è il momento-chiave di ogni allenatore, è il momento in cui può davvero incidere nello sviluppo della gara. Per cambiare il senso della partita, Allegri ha due chances su cinque: Chiesa (se non parte titolare) e Kean. L’allenatore del Napoli ha Elmas, Lozano, Raspadori e Simeone, potrà forzare la partita se non andrà per il verso giusto. È un vantaggio che Spalletti, sfruttando in pieno le scelte del club, ha saputo costruirsi con la gestione dello spogliatoio, con l’impiego di quasi tutte le sue risorse fino a consentire al suo centravanti numero 2 (o numero 3 se si considera centravanti anche Raspadori) di segnare 4 gol in Champions League: Simeone come Messi e Vinicius. 

Allegri punge Spalletti: "È il migliore ad allenare e insegnare..."

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Allegri punge Spalletti: “È il migliore ad allenare e insegnare…”

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